Never knew that it could mean so much

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Miss Hudgens
CAT_IMG Posted on 3/11/2016, 13:04




CAPITOLO 16- Distanze


Abitavo a Parigi da ormai 6 mesi ed ero felice; il lavoro con Afremov andava a gonfie vele, eravamo a metà dell'opera e lui era entusiasta del mio lavoro, mi aveva promesso che mi avrebbe fatto diventare famoso e che avrei lavorato con ciò che più amavo fare, non vedevo l'ora; con Alexis le cose non andavano altrettanto bene, ci sentivamo poco e quando lo facevamo era sempre più distante, non so quanto ancora potrei resistere in questa situazione.

Quella sera dovevo lasciare tutti i brutti pensieri e dovevo godermela appieno, visto che io e Lenoid saremmo andati ad un evento culturale molto importante di Parigi, in cui avremmo sponsorizzato il nostro importante lavoro, atteso da molti. Appena arrivai sentì tutti gli occhi puntati addosso, in fondo ero nuovo del settore.



-Perchè tutti mi fissano?- Chiesi confuso a Lenoid, il quale rise leggermente

-Non ti fissano tutti, solo le donne- Disse, ed io non mi ero mai imbarazzato così tanto nella mia vita; così entrammo e cominciammo a conversare con amici e colleghi di Afremov, che mi presentò.

Lasciai Lenoid conversare e mi diressi al bar, avevo bisogno di un doppio whisky per allentare tutta la tensione che avevo in corpo.

-Un doppio whisky al signore, grazie

Sentì una voce femminile appena dietro di me, confuso mi voltai e rimasi sorpreso e allo stesso tempo scioccato nel vedere Vanessa, bellissima come sempre, appena dietro di me mentre il barista mi porse il cocktail che mi aveva ordinato.



-Ancora ricordi il mio cocktail preferito?- Chiesi guardandola divertito, mentre lei mi sorrise e si avvicinò a me

-Come potrei dimenticarlo?- Le sorrisi

-Cosa ci fai qui?- Le chiesi, lei mi guardò

-Il New York Times mi ha mandato qui per scrivere un pezzo sull'evento culturale di oggi, così eccomi qui- Disse sorridendomi

-Pensavo ti occupassi di cronaca rosa- Dissi, lei sorrise e scosse la testa

-Mi hanno promosso, adesso mi hanno affidato la testata di turismo e cultura- Disse felice, io le sorrisi e mi congratulai

-Sono molto felice per te, è un grande traguardo- Dissi

-E Alexis? Non è con te?- Chiese guardandosi attorno

-Oh no, lei è rimasta a New York.. Abbiamo rimandato il matrimonio a dopo la mostra- Dissi, abbassando leggermente lo sguardo, lei mi guardò incuriosita

-Mi daresti l'onore di intervistare uno degli emergenti e più discussi artisti di New York? Sarebbe davvero un onore per me e per l'intera New York, siamo tutti fieri di te- Disse, la guardai e sorrisi, le fui così grato per quello che aveva detto

Dopo aver dato la mia giacca a Vanessa visto il freddo, lasciammo l'evento e facemmo una passeggiata per le vie di Parigi, cominciammo a parlare di tutto quello che ci era successo in quei mesi, ed era come se il tempo non fu mai passato.

Erano le 4 del mattino e decisi di riaccompagnarla nell'albergo dove alloggiava, sino alla sua stanza

-Che ne dici se domani facciamo colazione insieme?- Chiesi, Vanessa mi sorrise

-Mi piacerebbe molto ma domani ho il volo per New York, tornerò a casa.. Magari appena ti ritrovi a New York e non hai nulla da fare, chiama una tua vecchia amica- Disse sorridendo

-Lo farò sicuramente- Dissi sorridendo

Ci stavamo dando la buona notte quando, stranamente mi suonò il cellulare, era mia madre, così decisi di rispondere.

-Mamma? Tutto bene?

Vanessa si spaventò non poco quando vide la mia faccia di cadavere chiudere la chiamata con mia madre, così la guardai

-Cosa è successo?- Chiese preoccupata

-Mio padre è morto- Dissi

Dopo molte ore di viaggio rimisi piede nella mia tanto amata New York, mi era dispiaciuto lasciare momentaneamente Afremov però lui stesso mi aveva detto di andare, era troppo importante. Uscì fuori dall'aeroporto per chiamare un taxi, quando una Porsche nera si fermò proprio davanti a me e abbassò il finestrino

-Vuoi un passaggio in California?- Chiese Vanessa, sorridendomi

La guardai e mi scappò un sorriso, ero così felice di vederla, così entrai in auto e partimmo per tornare nella nostra terra, a casa nostra. Durante buona parte del viaggio, rimasi in silenzio, non sapevo proprio che dire.

-Mi dispiace molto per la tua perdita, Zac

-Avevamo recuperato il rapporto, lui aveva chiesto scusa per i suoi errori ed io prima che potesse andare via non gli ho mai detto che lo avevo perdonato e che gli volevo bene- Dissi

-Sono sicura che lui lo sapeva, Zac- Disse Vanessa sorridendo mentre guidava

Sorrisi e continuò il viaggio, sino a quando arrivammo a Saint Louis e Vanessa mi lasciò proprio davanti casa mia così la guardai

-Mi piacerebbe averti accanto in questa occasione- Dissi

Vanessa mi guardò e sospirò, così dopo aver parcheggiato l'auto, entrò in casa con me dove vi erano tutti i parenti che piangevano disperati per la perdita del Capo. Appena mia madre mi vide, corse ad abbracciarmi ed io la strinsi più forte che potevo.

-Mamma, cosa è successo?- Chiesi, guardandola in lacrime

-Gli è venuto un infarto a lavoro, non c'è stato nulla da fare- Disse mentre le lacrime scesero sul volto, sospirai e lasciai Vanessa a consolare mia madre mentre mi avvicinai a Dylan

-Ehi Campione- Dissi, lui mi guardò e mi abbracciò

-Non gli ho dato nemmeno la felicità di vedermi laureato, l'ho deluso- Disse mentre cercava di trattenere le lacrime, io la guardai e mi venne da ridere

-Dyl, molte persone lo hanno deluso ma tra queste non ci sei sicuramente tu- Dissi, lui mi sorrise leggermente e mi diede una pacca sulla spalla.

Dopo poco vidi Alexis e Corbin entrare dall'ingresso di casa mia, era da un bel po di mesi che non la vedevo e mi sembrò enormemente cambiata rispetto quando ero partito.



Appena mi vide, corse subito ad abbracciarmi ed io la strinsi forte, mi era mancata così tanto, mi era mancato tutto di lei.

-Mi dispiace così tanto, Zac- Mi sussurrò, la guardai, quella frase mi sembrò così strana detta da lei, in quel modo

-Grazie- Dissi guardandola però la mia attenzione venne distratta da Corbin che mi abbracciò, dandomi una pacca sulla spalla

-Mi dispiace, amico, per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di me- Disse, io lo guardai e gli sorrisi, era sempre il mio migliore amico

Dopo poco la casa si riempì sempre di più, così noi ragazzi andammo in cucina per mettere qualcosa sotto i denti, visto che nessuno di noi aveva toccato cibo. Alexis sembrava stizzita dalla presenza di Vanessa mentre io ne ero semplicemente felice.

-Come mai qui, Vanessa?- Chiese Alexis, Vanessa la guardò con la paura che potesse dire qualcosa di sbagliato così intervenni io

-Mi ha dato un passaggio sino a qui e l'ho invitata a rimanere

-Certo, perchè questo è un party mica un funerale- Disse Alexis prendendosi gioco di me, la guardai così male, come non avevo mai fatto in 9 anni

-Stai parlando di mio padre, attenta a come parli- Dissi con freddezza, Alexis mi guardò e Corbin le diede un piccolo schiaffo sul braccio, come per dirle di smetterla, quella situazione mi sembrava particolarmente strana

-E' meglio che vada- Disse Vanessa alzandosi e prendendo la sua borsa- Sarò al funerale, te lo prometto- Disse sorridendomi leggermente per poi andare via.

Guardai Alexis e uscì dalla cucina, non volevo vederla in quel momento.

La sera tutti se ne andarono e la casa rimase maledettamente vuota; mia madre si rinchiuse nella dependance e Dylan andò a fare un giro con Corbin mentre io mi sedetti proprio accanto alla bara e lo guardai, ancora lì, in casa Efron, però senza vita. Inevitabilmente, cominciarono a scendere le lacrime sul viso

-Non te l'ho mai detto ma quando ero piccolo desideravo tanto essere come te, forse se te lo avessi detto le cose sarebbero state diverse, non ti avrei deluso del tutto ma solo in parte. Tu hai chiesto perdono ma io non l'ho mai fatto, anche io dovevo chiederti scusa per non aver mai cercato di capirti e per non averti mai detto quanto ti volessi bene, perdonami papà- Dissi piangendo

Quel momento fu interrotto da Alexis, che entrò in salotto e si sedette proprio accanto a me, prendendomi per la mano

-Sono sicura che lui lo sapeva- Disse Alexis dolcemente, la guardai bene

-Sei cambiata- Dissi, Alexis abbassò lo sguardo

-Hai ragione e ti chiedo scusa per non essere stata presene in questi mesi ma è stato così difficile per me stare senza te e...

-Adesso sono qui, Alexis, ma ti sento sempre così distante- Dissi, distaccato, lei mi guardò

-Zac, tu sei il mio migliore amico ed io non posso non dirti che..- Alexis venne interrotta dall'entrata in casa di Dylan e Corbin

-Che facevate?- Chiese Dylan, Alexis scosse la testa

-Nulla, io vado a letto- Disse mentre la guardai

-Non rimani?- Chiesi ma scosse la testa

-Ho bisogno di riposare, ci vediamo domani- Disse lasciandomi un bacio sulla guancia e salendo di sopra, avrebbe dormito nella mia vecchia stanza mentre io sarei rimasto con mio padre per tutta la notte assieme Dylan e Corbin.

Il giorno dopo erano tutti presenti alla commemorazione di mio padre, proprio tutti, anche Vanessa; il ministrante fece una dedica molto toccante e poi, alla fine, prima di sotterrare la bara la riempirono di bellissimi fiori mentre io e Dylan stringevamo forte mia madre che non la finiva di piangere.

Al termine del funerale tutti tornammo a casa ed io cominciai a discutere al telefono con i collaboratori di mio padre per organizzare l'Azienda di famiglia, visto che io ero il figlio maggiore. Corbin mi guardava mentre discutevo al telefono, una volta chiuso lo guardai.

-Quindi non andrai a Parigi?- Chiese

-No, fino al momento in cui l'Azienda di mio padre è sistemata- Dissi

-Stai pensando a prendere il posto di tuo padre?- Lo guardai

-Certo che no, perchè? Non potresti sopportare la mia totale mancanza? Parigi è pur sempre una cosa momentanea mentre questo sarebbe definitivo- Dissi divertito, Corbin rise nervoso

-E' che in questi mesi che sei mancato sono successe tante cose e non sapevo davvero come dirti certe cose...- Disse Corbin guardandomi

-Cosa è successo? Hai dato fuoco a casa tua?- Dissi prendendolo in giro, Corbin scosse la testa

-Mi hanno promosso, ho preso il posto di Nathalie all'Azienda- Disse felice-E mi sono innamorato- Concluse guardandomi, io gli sorrisi felice

-Che grandi notizie! Potevi dirmelo! E chi è lei? Magari in questi giorni me la fai conoscere- Dissi sorridendogli, Corbin sospirò

-E' Alexis. Zac, mi sono innamorato di Alexis. E lei di me- Disse, lo guardai e quasi mi mancò il fiato, non poteva essere vero

-Alexis? La mia Alexis?- Chiesi

-E' stata così male per la tua mancanza, siamo stati di più insieme, la portavo fuori per consolarla e... E' successo- Disse, guardandomi mortificato

Rimasi impassibile in cucina, in quel momento entrarono Dylan, mia madre e Alexis, li guardai e poi mi voltai nuovamente verso Corbin per sganciargli un pugno dritto in faccia, facendolo finire a terra mentre tutti rimasero spiazzati.

-Te la sei portata a letto?- Dissi arrabbiato, Corbin però non rispondevo- Oh Signore, ti sei portato a letto la donna che è la mia futura moglie! O almeno, era- Dissi guardando con le lacrime agli occhi Alexis e uscendo dalla cucina arrabbiato, triste, amareggiato.

Edited by Miss Hudgens - 3/11/2016, 14:46
 
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Miss Hudgens
CAT_IMG Posted on 4/11/2016, 19:28




CAPITOLO 17- Nuovo inizio



Ero incastrato a Saint Louis per sistemare gli affari di mio padre mentre tutti erano tornati alla propria vita: Dylan, mia madre, Vanessa, persino Corbin e Alexis, che non avevo più visto da quel maledetto giorno.

-Mangia qualcosa, tesoro- Disse dolcemente mia madre, scossi la testa mentre leggevo attentamente delle carte di lavoro di mio padre

-No grazie, non ci capisco un cazzo!- Dissi lanciando arrabbiato i fogli a terra, mia madre sussultò

-Zachary!- Mi richiamò

-Non ce la faccio più, voglio tornare a Parigi, al mio lavoro e alla mia nuova vita- Dissi gettandomi sul divano, mia madre si avvicinò a me

-Perchè non provi a chiamarli? In fondo sono i tuoi migliori amici- La guardai

-I miei migliori amici? Mi hanno tradito e dopo la mia reazione se ne sono andati, neanche una maledetta chiamata.. Mi sto seriamente chiedendo cosa cazzo ho costruito in questi anni quando le persone che consideravo parte della mia famiglia mi hanno fatto questo!- Esclamai, sospirando

Mia madre prese dolcemente i fogli di lavoro di mio padre da terra e cominciò a leggerli per poi guardarmi sorridendo

-Torna alla tua vita, ci penso io all'Azienda di famiglia, mi farò aiutare dai tuoi zii.. Ce la faremo- La guardai e mi alzai, avvicinandomi a lei

-Non voglio lasciarti così...

-Allora non te ne vai per il lavoro di tuo padre ma per me? Tesoro, io sto bene, la vita deve andare avanti.. E sono sicura che tuo padre avrebbe voluto che tutti noi fossimo felici- Disse mentre le scese una lacrima sul volto, sorrisi leggermente e l'abbracciai. Era una grande donna.

Feci di corsa le valigie e partì per New York, per sistemare le ultime cose, visto che ormai mi sarei trasferito definitivamente a Parigi, non avevo più nulla che mi trattenesse. Avevo già parlato col proprietario dell'appartamento, avevo pagato le mensilità mancanti e lo avevo ringraziato per tutto; prima di partire decisi di fare un ultimo giro nella mia amata New York, chissà quando l'avrai rivista.

Stavo passeggiando a Central Park tranquillamente quando mi fermai nella mia posizione e guardai, a pochi metri da me, quello che consideravo mio fratello, il quale mi guardava triste, mortificato, colpevole



Non mi avvicinai, non gli dissi nulla, mi limitai a fargli un cenno con la testa, come per dirgli addio e lui ricambiò alla stessa maniera. Così, poi andai dritto senza più voltarmi indietro. Prima di andarmene definitivamente, andai all'indirizzo di casa di Vanessa, sperando di trovarla. Suonai più e più volte ma non c'era nessuno, sospirai e mi voltai per tornare alla mia auto quando la vidi li, che mi guardava sorridendo.



-Come mai qui?- Chiese

-Parto per Parigi e non so quando torno, in realtà non so nemmeno se torno- Appena pronunciai quelle parole vidi che lei sussultò e si avvicinò a me

-Tu e Alexis vi sposerete direttamente lì? O vi siete già sposati?- Chiese confusa, scossi la testa

-In realtà io e Alexis ci siamo lasciati- Dissi, lei sembrava davvero dispiaciuta

-Mi dispiace così tanto, Zac- La guardai e le sorrisi leggermente

-Volevo ringraziarti per tutto ciò che hai fatto per me; so che ti senti in colpa per come è andata a finire tra noi ma per me quella è acqua passata.. Ho perdonato mio padre e molto prima di lui avevo perdonato te, nessuno poteva sapere che questo potesse significare così tanto- Dissi, lei mi guardò

-Questo?- Chiese, con il fiato che quasi le mancava

-Si, questo, cioè noi due- Dissi guardandola- significa così tanto per me che nemmeno lo riesco a spiegare- Conclusi, lei mi guardò e gettò le braccia al mio collo e mi diede un intenso bacio a cui io rispondi senza esitare.

Ci staccammo leggermente e ci sorridemmo, poi i baci ripresero ed entrammo nel suo appartamento per consumare un amore così tormentato, desiderato, aspettato. Appena finito, ci abbracciammo sotto una calda coperta sul suo divano mentre le accarezzavo i capelli e lei poggiava la testa sul mio petto.

-Perchè non vieni a Parigi con me?- Chiesi d'un tratto, lei si voltò velocemente verso di me decisamente sorpresa dalla mia proposta

-Vuoi che venga con te?- Chiese scioccato

-Mi piacerebbe tanto, so bene che hai un bel lavoro qui e che sarebbe da stupidi mollarlo e non voglio costringerti a rinunciare ai tuoi sogni, però.. Siamo stati distanti per tanto tempo e, adesso, abbiamo la possibilità di ricominciare da capo ed io non mi esimo nel proporti un nuovo inizio con me, anche se potrei sembrare egoista- Dissi dolcemente guardandola, lei mi sorrise

-Verrò a Parigi con te

-Cosa?- Chiesi sorpreso dalla sua risposta

-Il lavoro va e viene ma tu.. Tu capiti una sola volta nella vita e non ti lascerò scappare un'altra volta, non sarò più così stupida, quindi si, verrò con te a Parigi- Disse sorridendo, con convinzione

Le sorrisi e ci baciammo con passione per poi festeggiare il nostro nuovo inizio, ancora una volta, sotto la calda coperta sul suo divano.

Avevo dovuto posticipare il mio volo per prendere un altro biglietto a Vanessa e aiutarla a fare tutte le valige e a sistemare i conti con la casa, il lavoro e la sua famiglia. Quella mattina, la stavo aspettando da circa mezz'ora quando, finalmente, la vidi uscire fuori da casa sua con tre valige piene di robe, così risi e l'aiutai.

-Sei sicura di aver portato tutto?- Chiesi ironico, lei mi guardò e sbuffò

-Sono sicura che ho dimenticato qualcosa, ma almeno il necessario c'è- Disse chiudendo definitivamente il suo appartamento e poggiando la chiave sotto lo zerbino, come gli aveva indicato il proprietario di casa.

Eravamo pronti a partire, misi le valige in macchina e vidi che ancora non era entrata bensì era ancora davanti la porta del suo appartamento, immobile, così la raggiunsi.

-Tutto bene?- Chiesi, stringendola a me, lei annuì

-Certo.. E' che mi mancherà New York, in fondo è pur sempre casa nostra- La guardai e sorrisi

-E lo sarà per sempre, questo non è un addio ma un arrivederci- Dissi dolcemente sorridendole, lei sorrise e annuì

-Allora, andiamo.. Così comincia la nostra nuova vita

Le sorrisi e ci prendemmo per mano per poi indirizzarci verso un nuovo inizio.
 
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Miss Hudgens
CAT_IMG Posted on 5/11/2016, 01:13




CAPITOLO 18- La mostra


Nell'arco di mezz'ora guardai l'orologio almeno 50 volte, non sopportavo di aspettarla sopratutto in quelle occasioni in cui ero fin troppo nervoso. Poi, finalmente, la vidi scendere le scale di casa nostra e pensai che per tutta quella attesa ne era valsa la pena.



-Non ti ho mai visto così bella- Dissi, guardandola ammaliato

-E' un complimento o un offesa?- Disse sorridendomi divertita, sorrisi e le lasciai un bacio sulla fronte per poi porgerle il cappotto

-Sei tornata scura, noto- Dissi divertito, mi guardò infastidita ma divertita

-Come dice Lenoid, il biondo è criticato dall'elite di Parigi mentre oggi deve essere una serata totalmente perfetta- Disse prendendo la borsa

-Per me saresti perfetta anche rasata- Dissi ridendo per poi andare in auto e dirigerci verso il Musèe du Louvre dove si sarebbe tenuta la mostra. Appena arrivammo, raggiungemmo Lenoid e cominciò la serata: all'entrata c'era una fila immensa e giornalisti ovunque, questo era un evento tanto atteso in tutto il mondo.

Mia madre avrebbe tanto voluto esserci ma non poteva abbandonare il lavoro nell'Azienda di famiglia e, poi, non le era andata giù che fossi partito con Vanessa; in cuor suo sperava potessi chiarire con Alexis, anche se questo non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura.

Io e Lenoid lasciammo Vanessa al bar per andare a fare qualche dichiarazione per tutti i giornali più famosi d'Europa e non, ero davvero emozionato ma allo stesso tempo al settimo cielo. Da lontano vidi Vanessa che intratteneva una conversazione con degli ospiti importanti e sorrisi.

-E' proprio una ragazza d'oro, non aspettare altro tempo e non lasciartela scappare- Disse Lenoid facendo un grande sorriso, lo guardai

-Credo che ti devo tutto, senza te oggi non sarei qui

-Figliolo, tu oggi non saresti qui se non fosse per il tuo talento.. Io non c'entro proprio nulla- Disse dandomi una pacca sulla spalla e sorridendomi.

Gli sorrisi e poi mi voltai verso Vanessa, che era meravigliosa quella sera e la raggiunsi



-Finalmente, mi sei mancato così tanto- Disse Vanessa dolcemente

-Scusami, questa è una serata di lavoro- Dissi, guardandola come non avevo mai fatto prima

-Questa è la tua serata, goditela- Disse sorridendo stranita, probabilmente per il modo con cui la stavo guardando



-Facciamo un bambino- Dissi ad un tratto, lei mi guardò sorridendo sconvolta

-Cosa?- Chiese

-Facciamo un bambino o sposiamoci o quello che vuoi tu.. Non voglio lasciarti scappare per nessun motivo al mondo, voglio farmi una famiglia con te- Dissi prendendole la mano

-Tesoro, mi rendi la donna più felice del mondo ma.. Non credi che certe cose bisogna programmarle? Insomma, io sono appena in prova a Le Figaro e tu ancora aspetti qualche proposta di lavoro stabile.

-Ehi, il lavoro non ci manca! Possiamo fare tutto ciò che vogliamo, siamo padroni del mondo e della nostra vita- Dissi sorridendole entusiasta, Vanessa mi guardò

-Lo so ma.. Non è così che deve succedere, non abbiamo nemmeno 30 anni e ci troviamo a Parigi, ed è l'avventura più bella che potessi vivere! Il giorno in cui deciderò di sposarti o avere un bambino non deve avvenire così.. Voglio fiori, romanticismo, tanto cioccolato e.. Un anello, cioè un vero anello di fidanzamento.. Voglio che sia speciale- Disse guardandomi, sospirai e la guardai

-Hai ragione, sono stato troppo precipitoso.. Perdonami- Dissi, Vanessa mi sorrise dolcemente e mi diede un dolce bacio sulle labbra.

Il giorno dopo Vanessa si svegliò prima di tutti, dopo una notte di pura passione per festeggiare l'estremo successo di Zac e Lenoid Afremov e andò a preparare la colazione anche per il suo compagno che stava ancora dormendo; già in tutti i giornali erano comparse recensioni meravigliose riguardanti Afremov e sopratutto l'emergente Zac Efron, la rivelazione dell'arte contemporanea, come aveva detto Le Monde.

Ad un tratto, sentì il cellulare di Zac squillare e così lo prese in mano credendo potesse essere sua madre, invece sgranò gli occhi quando comparve il nome Alexis sul display, decise di rispondere.

-Pronto?

-Pronto? E' il numero di Zac Efron?- Chiese Alexis stranita dalla voce femminile

-Si, Alexis.. Zac sta dormendo, sono Vanessa- Rispose fredda mentre Alexis sembrò perdere la voce

-Io volevo solo fargli le mie congratulazioni, ho visto i giornali e l'ho pensato.. In realtà non lo smetto di pensare da quel giorno, sia io che Corbin soffriamo molto- Disse trattenendosi dal piangere

-Perchè non lo avete cercato per tutto questo tempo? Perchè lo avete fatto soffrire così tanto? Eravate tutto ciò che aveva, ha dovuto ricucire i pezzi che gli avete strappato da solo- Disse arrabbiata

-Mi dispiace così tanto, Vanessa. Lo volevo chiamare anche per dirgli che mi sposo, cioè io e Corbin ci sposiamo.. E so che sembrerà così assurdo e umiliante per lui ma vorrei che ci fosse al nostro matrimonio, puoi dirglielo?- Chiese Alexis con la voce rotta dal pianto

-Glielo dirò- Disse

-Ci sposiamo tra 4 mesi, il 26 giugno, ti ringrazio- Disse Alexis, Vanessa sospirò

-Tu hai aiutato me tempo fa, quindi mi sembra il minimo- Rispose Vanessa per poi chiudere il telefono e sospirare; ci pensò più di una volta ma poi decise di cancellare la chiamata con Alexis dal cellulare di Zac, il quale scese dalle scale assonnato e la guardò

-Buon giorno, hai fatto caffè?- Chiesi, Vanessa mi guardò e si fiondò su di me cominciandomi a baciare con desiderio e voglia mentre io mi staccai e la guardai stranito mentre la stringevo tra le mie braccia

-Stai bene, piccola?- Chiesi

-Facciamo un bambino- Disse per poi riprendere a baciarmi e spingermi sul nostro divano, mettendosi su di me e cominciando a fare quello che sarebbe diventato un'ora di puro piacere.

Dagli Stati Uniti mi arrivarono un'immensità di proposte di lavoro in prestigiose gallerie d'arte, di insegnamento in alcune delle scuole più prestigiose e anche una proposta di lavoro dalla mia vecchia azienda in cui lavoravo con Corbin; Vanessa mi guardò mentre fissavo quella lettera con cui il Direttore, Corbin, mi invitava a far parte del suo team, mi sentivo ancora più umiliato.

-Tutto bene?- Mi chiese, la guardai e gli feci vedere la lettera

-Corbin mi ha offerto un lavoro come direttore del reparto grafica nell'azienda in cui lavoravamo insieme, mi sento così preso per il culo- Dissi sospirando

-Tu devi fare ciò che ami, non lasciarti fregare da una vecchia amicizia.. Hai lavorato così tanto- Disse dolcemente Vanessa, la guardai

-Siamo arrivati a Parigi da qualche mese, sei apprendista da Le Figaro ed io non voglio sballottarti a destra e a manca per i miei capricci di lavoro- Dissi mentre lei mi guardò

-Non mi stai sballottando, anzi mi hai fatto vivere l'avventura più stupenda e non ti sarò mai abbastanza grata per questo- Disse dolcemente con gli occhi lucidi

-Lo stesso vale per me, piccola

-E poi adesso che stiamo provando ad avere un bambino dobbiamo decisamente trovare un posto stabile, in qualsiasi posto tu voglia.. Io ti seguirò- Disse Vanessa, le sorrisi e le diedi un bacio per poi stringerla a me

-Ho proprio voglia di fare un bambino in questo momento- Dissi divertito mentre lei rise leggermente e cominciammo a fare sesso sulla moquette del nostro appartamento.

Dopo un lungo viaggio dalla Francia agli Stati Uniti, finalmente tornammo a casa nostra, finalmente tornammo nella nostra New York. Presi per mano Vanessa e la guardai.

-Pronta per questa nuova avventura?- Chiesi

-Non sono mai stata così pronta in tutta la mia vita
 
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Miss Hudgens
CAT_IMG Posted on 8/11/2016, 01:17




CAPITOLO 19-Riprendere il passato


Avevamo trovato una bella casa a Manhattan, uno dei quartieri migliori a New York, e ci eravamo sistemati per bene prima di riprendere la nostra routine quotidiana. Approfittammo di quel weekend caldo, di fine giugno, per raggiungere i nostri genitori in California e trascorrere gli ultimi momenti di vacanza.

Mia madre ci aveva accolto col suo solito entusiasmo e aveva approfittato della nostra presenza per organizzare, quella sera, la famosa cena di famiglia Efron. Di pomeriggio, entrai in cucina mentre mia madre stava preparando mille pietanze e la guardai, mentre era indaffarata.

-Sei davvero sicura di organizzare questa cena? Non ne facciamo più da quando..

-Sicurissima, adesso tu sei qui e ti stai costruendo un futuro splendente con una, diciamo, brava ragazza e tuo fratello si laurea tra poco a Yale così potrà prendere il posto di tuo padre. E' giusto che sia così- Disse mia madre

-Perchè non ti sta simpatica Vanessa? Ha commesso un errore ma..

-Penso che Vanessa sia una persona squisita ma penso anche che hai fatto tutto troppo in fretta, tesoro. Ti sei lasciato con Alexis e dopo pochissimo sei andato a Parigi con lei e ora andrete a vivere insieme! Io voglio solo che tu sia felice- Disse accarezzandomi la guancia

-Lo sono, mamma.. Non riesco a vedere la mia vita senza lei, ormai. Alexis e Corbin sono il mio passato, un piccolo pezzo della mia vita che ormai non c'è più- Dissi con convinzione, lei mi guardò e sospirò avvilita

-Io non voglio farlo, tesoro.. Ma non posso stare a guardare mentre lei ti mente un'altra volta- Disse con gli occhi lucidi, la guardai confuso- Quando siete arrivati, ho aiutato Vanessa a disfare le valige o, almeno, alcune di esse.. E ho trovato questa- Disse prendendo da un cassetto una lettera ricamata e porgendomela

La presi pian piano e la guardai stranito per poi aprirla e rimasi sconvolto dal contenuto di quella lettera, ogni parola che leggevo era un ulteriore colpo al cuore, sempre più forte e doloroso. Guardai mia madre e uscì velocemente dalla cucina per restare tutto il pomeriggio a riflettere, evidentemente nervoso. Poco prima che iniziasse la festa, lei mi raggiunse con un grande sorriso stampato sul volto e facendo un giro su se stessa per farmi ammirare il suo abito.



-Che hai?- Mi chiese stranita, avvicinandosi lentamente a me, che ero seduto su quello che era il vecchio letto in cui dormivo da liceale, la guardai e le porsi l'invito, quando lo vide notai subito come sbiancò.

-Tu lo sapevi?- Chiesi guardandola, lei sospirò

-Mi ha chiamato qualche mese fa Alexis, invitandoti al suo matrimonio ma non ho avuto il coraggio di dirtelo.. Avevo paura di perderti- Disse abbassando lo sguardo così mi alzai di scatto

-Una delle persone più importanti della mia vita vuole chiedermi scusa e tu me lo nascondi? Ma cosa ti passa per la testa? Che diamine di problema hai?- Urlai mentre lei cominciò a piangere

-Tutto stava andando così bene tra noi!- Urlò per rispondermi tra le lacrime

-Anche quando ci siamo conosciuti stava andando bene, prima che tu mi tradissi! E anche ora stava andando bene, prima che tu mi mentissi nuovamente! Come posso volere una famiglia, addirittura un figlio, con te quando non so nemmeno chi sei- Dissi deluso, per poi prendere la mia giacca mentre lei mi prese per il polso così la guardai

-Dove vai?- Chiese singhiozzando, sospirai

-A riprendermi il mio passato- Dissi per poi correre via con la mia auto in direzione di New York.

Ormai la cerimonia era sicuramente terminata, erano marito e moglie però potevo esserci alla loro festa, dovevo essere alla loro festa, nonostante tutto. Parcheggiai vicino la location in cui si sarebbe svolta la festa e corsi più forte che potevo, sino a quando li vidi al centro della pista da ballo mentre ballavano felici accerchiati da tutti i parenti e amici più cari. In quel momento mi sentì maledettamente fuori posto. Così, decisi di andarmene.

-Zac

Una voce familiare mi fermò, così mi voltai e i miei occhi si scontrarono con i suoi, entrambi impassibili e freddi come il ghiaccio.



-Sei.. Bellissima- Dissi

-Non ci speravo più di trovarti qui- Disse avvicinandosi leggermente a me, ma io indietreggiai così lei mi guardò e sospirò

-Sono una codarda e una traditrice. Ho tradito la persona più importante della mia vita, ho tradito quello che considero l'amore della mia vita, quello giusto, quello corretto, quello che doveva essere.. Poi però sei partito a Parigi ed io ho capito che non volevo quello che volevi tu e tutto quello che mi è sempre apparso giusto adesso era così sbagliato. Mi sono trovata sola. E tu questa volta non potevi aiutarmi, non perchè non volevi ma perchè eri la causa della mia sofferenza.. E allora ho capito quanto mi mancasse il mio migliore amico Zac e non il mio fidanzato.. Invece, Corbin...

-Alex, non lo voglio sapere, davvero.. Sono qui solo perchè siete stati così importanti per me che non potevo non esserci, dovevo vedervi nel vostro giorno più bello, anche se da lontano.. Adesso vado- Dissi

-Non andare- Disse Corbin, affiancando quella che ormai era sua moglie

Ci guardammo, era da troppo tempo che non ci vedevamo e quasi i nostri occhi divennero lucidi per l'emozione e la commozione

-Potevo perdonarvi per ciò che avete fatto ma non vi perdonerò mai per non avermi più cercato, sapevate benissimo che ero ferito e voi avete continuato la vostra vita, non curandovi di me in alcun modo.. Vi consideravo la mia famiglia, consideravo anche Vanessa la mia famiglia.. Ma dopo tutto quello che mi avete fatto credo che, in realtà, sono davvero molto solo. Congratulazioni ragazzi, vi auguro tanta felicità- Dissi dirigendomi verso l'auto ma Alexis mi prese per il polso

-Hai ragione, siamo stati dei codardi, dei vermi viscidi.. Ma ti prego di credermi quando ti dico che non c'è stato giorno in cui non ti abbiamo pensato, e quando Corbin mi ha chiesto di sposarlo io... Ho subito pensato che volevo il mio migliore amico, entrambi volevamo il nostro migliore amico e non so quello che dovrò fare per farmi perdonare da te, ma lo farò- Disse Alexis in lacrime

-Che ne dici di cominciare offrendoti una bella birra al Brew, adesso?- Chiese Corbin sorridendo, lo guardai

-Adesso? Ma è il vostro giorno, ve lo dovete godere.. Ci vedremo un altro giorno- Dissi ma Alexis mi prese per mano con convinzione

-Non potremmo passare giorno migliore se non tutti insieme al Brew, la nostra casa- Disse dolcemente

Dopo poco ci ritrovammo al Brew a bere proprio come facevamo qualche anno prima e a ricordare i bei momenti e a riviverne di nuovi, non era affatto strano essere lì con loro nonostante tutto. Sembravano molto felici insieme. Ad un tratto, il pianista suonò una dolce canzone proprio per i novelli sposi, i quali si sorrisero e andarono a ballare un lento proprio al centro del Brew.

Li guardavo sorridendo e fu allora che mi mancò da morire Vanessa, forse avevo esagerato a dirle quelle cose, ero forse troppo ferito e le avevo detto per rabbia. Così presi il telefono per chiamarla quando vidi un bel po di chiamate da parte di mia madre, stranito la chiamai.

Appena Corbin e Alexis tornarono dopo aver ballato mi guardarono un po straniti mentre avevo appena chiuso la chiamata con mia madre.

-Cosa è successo?- Chiese Corbin, lo guardai

-Mi accompagni in ospedale, amico?

Dopo avermi accompagnato in ospedale, tornarono alla loro festa per salutare quantomeno i loro parenti e amici che avevano invitato mentre io raggiunsi mia madre e Dylan che erano in sala d'aspetto.

-Come sta?- Chiesi preoccupato

-E' solo un po scossa- Rispose dolcemente mia madre per poi indicarmi la camera in cui era, così vi entrai e la guardai su quel letto con gli occhi spenti

-Ehi- Dissi, ma lei non mi rispose- Quando ho preso il cellulare e ho visto tutte quelle chiamate da parte di mia madre, in realtà stavo per chiamare te.. Per dirti che mi dispiaceva e che ero stato uno stronzo- Le dissi dolcemente mentre mi sedetti accanto a lei.

-Non fa niente- Disse appena, così le strinsi la mano

-Perchè non me lo hai detto? Io sarei stato così felice..

-Volevo farlo alla cena della tua famiglia ma non mi hai dato tempo e poi.. E' successo questo- Disse cominciando a piangere, così la strinsi a me.

-Piccola, mi dispiace immensamente- Dissi mentre lei piangeva tra le mie braccia.

Stetti tutta la notte ad abbracciarla e a stringerla a me mentre piangeva, a condividere con lei il dolore per la perdita di un figlio.

Edited by Miss Hudgens - 9/11/2016, 00:47
 
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CAT_IMG Posted on 9/11/2016, 01:55




CAPITOLO 20- Tutto come prima?


Ero rientrata nella stanza d'ospedale di Vanessa con ciambelle e caffè a volontà per fare colazione ma quando la vidi, la guardai confuso.

-Che fai?- Dissi mentre lei metteva in un borsone tutte le sue cose

-Prendo le mie cose, il Dottore mi ha detto che sto bene quindi è inutile rimanere qui.. Non c'è altro da fare- Disse sospirando e prendendo in mano la borsa

-Andiamo da mia madre, così prendo due biglietti e torniamo a casa- Dissi dandole un bacio sulla fronte

-Zac, non voglio tornare a New York- Disse, guardandomi

-Cosa?- Esclamai scioccato

-Andrò a Salinas, a casa di mia madre, e non so quanto ci starò.. Ho bisogno di stare da sola, per il momento e ti prego di capirmi- Disse trattenendo le lacrime

-Ehi, lo so che è difficile.. Io ero il padre, ti capisco perfettamente!

-Non è solo per quello, Zac, ma per tutte le cose che mi hai detto.. Forse è vero, non ci conosciamo abbastanza, forse non siamo giusti insieme!

-Non dire così! Ci abbiamo messo così tanto per trovarci e adesso non voglio lasciarti andare via così, non dopo quello che è successo al nostro bambino.. Io ti amo, Vanessa, ti ho amata dal primo secondo in cui ho incrociato il tuo sguardo al Brew; ti ho amata dal giorno in cui sei entrata nel mio ufficio per quella copertina del libro; ti ho amata quando sei venuta alla cena di famiglia e anche quando mi hai lasciato.. Ti ho amato sempre, più di Alexis, più di tutto, più di me stesso.. Sei tu. Sei sempre stata tu- Dissi con le lacrime agli occhi

-Non ce la faccio, Zac, mi dispiace- Disse piangendo, per poi uscire velocemente dalla stanza e andarsene via; subito dopo venni raggiunto da mia madre che mi abbracciò per confortarmi

-Andiamo, tesoro- Disse dolcemente

Però, la mia vita doveva andare inevitabilmente avanti; erano passati già 8 giorni e lei non si era fatta sentire e non aveva risposto alle mie infinite chiamate, così avevo deciso di accettare un lavoro d'insegnante in una Università e ricostruire pian piano la mia vita, ancora una volta. Ogni sera, dopo il lavoro, mi ritrovavo con Corbin e Alexis a bere birra e alcol, sembrava tutto tornato come 10 anni prima.

Ritornai alla mia routine quotidiana: andavo in facoltà, facevo lezione, mangiavo qualcosa a pranzo, ancora lezione, poi a casa e infine al Brew. Rimasi sconvolto quando, da lontano, vidi una donna che altro non era che Vanessa, così mi avvicinai velocemente a lei con un sorriso stampato sul volto.

Il mio sorriso divenne sorpresa quando guardai meglio e capì che quella non era Vanessa, bensì la sua sorellina minore, Stella.



-Zac! Cosa ci fai qui?- Chiese sorpresa Stella

-Beh.. Lavoro, e tu invece?

-Io studio- Disse sorridendo, la guardai

Dopo poco stavamo camminando per i viali della Columbia University con un buon caffè in mano mentre parlavamo del più o del meno, senza toccare l'argomento Vanessa.

-Sono contenta di vedere che stai bene- Mi disse dolcemente

-Ed io sono contento di sapere che sei alla Columbia, è un'ottima facoltà.. Passa qualche volta nel mio corso, sarei ben accetta- Dissi sorridendo rassicurante

-Lo farò sicuramente, grazie per la bella mezz'ora che mi hai fatto passare e per il caffè- Disse sorridendomi per poi tornare, probabilmente, a lezione.

Sospirai, a fine serata tornai in quello che doveva essere il nostro appartamento e comunicai a Corbin che non sarei uscito quella sera, visto che ero troppo stanco. Controllai per l'ennesima volta le chiamate nel mio telefono ma le uniche erano quelle di mia madre che mi avvertiva di non mancare alla laurea di Dylan.

Edited by Miss Hudgens - 23/11/2016, 22:57
 
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CAT_IMG Posted on 9/11/2016, 15:59




CAPITOLO 21-Avventura a Yale


Quel weekend lo avrei trascorso nuovamente in California, dopo essere stato alla tanto attesa cerimonia di laurea del mio fratellino, Dylan. Mi sarei incontrato con mia madre direttamente al campus, visto che aveva una sorpresa per me e mio fratello, così mi indirizzai a Yale e parcheggiai nello spazio adibito.

Finalmente vidi Dylan, vestito di tutto punto, che mi sorrideva emozionato così corsi verso di lui e lo abbracciai fiero, proprio come avrebbe fatto mio padre.

-Congratulazioni genio- Dissi ridendo leggermente, dandogli una pacca sulla spalla mentre rise anche lui per la felicità

-Grazie fratello, sono felice che tu sia qui. Lei è Zoe, una mia cara amica- Disse Dylan e solo in quel momento mi accorsi che con noi c'era anche una bellissima ragazza.



-Oh, è un piacere conoscerti- Dissi sorridendo mentre le stringevo la mano e lei ricambiava il sorriso

-Il piacere è tutto mio, ho sentito tanto parlare di te.. E ti ammiro tanto, ho anche apprezzato il tuo lavoro con Afremov, è uno dei miei artisti preferiti- Disse entusiasta, la guardai divertito

-Sei un'appassionata?- Chiesi, Dylan rise leggermente a quella mia domanda

-Mi sto laureando in arte e design, ho fatto una specializzazione a Parigi e con la scusa ho ammirato la mostra di Afremov e i tuoi lavori- Disse sorridendo, io rimasi sbalordito

-Congratulazioni!- Esclamai

Lei mi sorrise ma la nostra conversazione venne interrotta quando nostra madre ci raggiunse, affiancata da un uomo piuttosto aitante, sulla 50ina, che ci sorrideva imbarazzato.

-Ciao ragazzi, vi presento Peter- Disse sorridendo

-Per i miei amici sono Pitt- Disse imbarazzato mentre io e Dylan guardavamo mia madre sbalorditi e sorpresi

Prima della cerimonia andammo a mangiare tutti insieme, Peter, o Pitt aveva insistito per offrirci il pranzo, così glielo consentimmo. Quando tutti si alzarono per andare a scegliere il dolce, guardai mia madre che non aveva il coraggio di guardarmi negli occhi.

-Perchè non me lo hai detto prima? Lo sai che non ci sarebbero stati problemi

-Lo so, è che.. Avevo paura, non avevo il coraggio di dirlo a te e a tuo fratello, anche se credo di aver sbagliato e presentarvelo a questa occasione a cui tuo padre non potrà partecipare- Disse mentre le lacrime cominciare a scendere sul suo viso, così le presi la mano e gliela strinsi

-Papà sarebbe felice di sapere che tu non sei sola- Dissi dolcemente mentre le asciugavo le lacrime sul viso, così lei sorrise

-Ti voglio bene, tesoro

-Anche io, mamma

Di pomeriggio avvenne la cerimonia di laurea, Dylan stava benissimo con quella toga ed eravamo tutti molto emozionati; quando venne chiamato il suo nome e andò a prendere la laurea e i riconoscimenti del Rettore, io e mia madre ci alzammo e urlammo per la felicità mentre Pitt rise leggermente e applaudì assieme a no, poi guardammo anche la premiazione dell'amica di Dylan per poi riunirci e farci mille foto insieme.

Mia madre aveva preparato una meravigliosa festa per la laurea di Dylan a casa Efron e aveva invitato anche Zoe per festeggiare anche lei, così dopo quell'emozionante cerimonia andammo a Saint Louis. Appena pronto mi guardai allo specchio e sospirai, erano passati ben 10 anni dal giorno in cui me ne andai dalla California, eppure mi sentivo sempre fermo allo stesso punto, anche se tutti erano andati avanti: Alexis, Corbin, mia madre, Dylan, persino Vanessa era andata avanti senza me.



Quando scesi in giardino già erano arrivati molti invitati tra cui, notai con mia sorpresa, c'era anche Gina, la mamma di Vanessa, anche se non sapevo perchè. Stava parlando con mia madre, così andai a salutarla.

-Zac, è un vero piacere vederti.. Stai benissimo- Disse Gina sorridendomi

-Grazie, Gina, sono felice di vederti qui- Risposi

Poi lei andò a prendersi qualcosa da bere e guardai piuttosto confuso mia madre, che mi sorrise imbarazzata.

-Quando è morto tuo padre e quando tu e Vanessa siete partiti a Parigi, io e Gina abbiamo cominciato a frequentarci e siamo diventate amiche.. Spero non ti dispiaccia- Disse, la guardai e sospirai

-Ma certo che no

Quando uscì Dylan, tutti cominciarono ad applaudire e ad acclamarlo per l'ottimo risultato ottenuto, sorrisi felice per lui, mio padre sarebbe stato pieno d'orgoglio per lui. Notai, in un angolo nascosto, Zoe che sembrava piuttosto imbarazzata, così la raggiunsi e guardai quanto fosse bella.



-Non te la prendere.. Nella mia famiglia l'arte non è vista di buon occhio, ad ogni modo congratulazioni- Dissi divertito, lei rise leggermente

-Grazie, e tranquillo per la tua famiglia.. Almeno tu ne hai una- Disse sorridendo dolcemente così la guardai incuriosito

-Tu non hai una famiglia?- Chiesi

-No, i miei genitori sono morti quando ero molto piccola e sono stata affidata ad una mia zia molto severa che non è stata molto d'accorso con la mia scelta sul college, così mi ha cacciato di casa e tagliato i fondi.. Posso dire di avercela fatta con le mie sole forze- Disse soddisfatta

-Sono sbalordito, se hai bisogno di qualche raccomandazione per un buon lavoro.. Fammi una chiamata- Dissi sorridendole

-Grazie mille

-Io ti capisco benissimo, mio padre mi ha tagliato fuori dalla famiglia quando gli ho comunicato che sarei andato a New York per studiare arte.. Però ce l'ho fatta- Dissi felice, lei mi sorrise

-I miei genitori sarebbero stati felicissimi della mia scelta, anche loro erano degli artisti- Disse Zoe, io la guardai con ammirazione.

Passammo al serata a parlare di noi tra un bicchiere di vino e l'altro, così a fine serata la riaccompagnai nella dependance, dove alloggiava per quella sera.

-E' stata una serata fantastica, grazie della compagnia- Dissi

Lei mi sorrise un po brilla e mi diede un bacio sulle labbra, così mi discostai un po scosso per quel gesto e la guardai

-Non posso, mi dispiace

-Perchè? Non ti piaccio?- Chiese

-No, mi piaci molto, ma..

-E allora shh, non roviniamo questo momento, domani è un altro giorno- Sussurrò sorridendomi per poi riprendere a baciarmi con sempre più desiderio, trasporto e passione. E mi lasciai trasportare, lei aveva ragione, non dovevo rovinare questi momenti, dovevo godermi la vita ed essere felice, meritavo di essere felice.
 
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CAT_IMG Posted on 17/11/2016, 00:38




CAPITOLO 22- Sei ancora qui?



Mi ero svegliato dopo una notte di follia, strizzai bene gli occhi prima di comprendere che al mio fianco c'era una ragazzina di appena 23 anni, per la quale ero solo una piacevole e meravigliosa scopata. Sospirai piano e mi infilai i boxer per poi prendere i miei vestiti senza fare il minimo rumore.

-Te la stai dando a gambe levate?- Disse la voce femminile, che si mise seduta sul letto coperta dalle lenzuola guardandomi ancora sonnata

-No, ma che pensi. E' che volevo lasciarti dormire- Dissi sorridendo imbarazzato, lei mi sorrise con aria maliziosa e indossò una vestaglia che mia madre aveva lasciato nel bagno

-Davvero? Passi la notte con una donna e poi te ne vai perchè vuoi lasciarla dormire? Sei molto gentile- Disse divertita, avvicinandosi a me

-Mi dispiace, è che sei l'amica di mio fratello e io ho quasi 30 anni! Fino neanche 1 mese fa la mia ex aspettava un figlio da me, potevo diventare padre, mentre oggi me la spasso come se fossi un 20enne- Dissi amareggiato

-Ho 23 anni, non sono così piccola! E poi mi dispiace se pensi che la tua vita fa schifo, mi dispiace per la tua ex anche se non so cosa sia successo ma io sono qui, abbiamo passato una splendida notte insieme e.. Sono nuda davanti a te- Disse togliendosi la vestaglia, rimanendo totalmente nuda davanti a me- ... Vuoi ancora parlare?

La guardai e le sorrisi, per poi prenderla di peso per le cosce e gettarla sul letto per poi mettermi sopra di lei e scatenarci.

Il mio rientro a New York non era stato mai così gratificante, stavo preparando la colazione mentre Zoe ballava in intimo nel mio salone sotto le note di Ex's and Oh's mentre preparava dei Margarita per iniziare bene la giornata. Misi le uova e il bacon nei piatti e presi il telefono che squillava incessantemente da almeno 20 minuti.

-Ti rendi conto che sono le 9 del mattino, che oggi è la mia giornata libera e che mi hai chiamato già 20 volte? Corbin non è geloso?- Chiesi sarcastico mentre Alexis fece una finta risata

-E' molto simpatico questo nuovo Zac sarcastico e pungente che se la fa con le studentesse. Ti chiamo perchè è da quando sei tornato a New York che non fai altro che fare casa-lavoro, non è che l'adolescente ti sta sciupando troppo?- Disse ironica

-Oh, Alexis, queste tue battute mi sorprendono, davvero- Dissi ridendo leggermente, dando un boccone alla mia colazione

-Ti prego, non ti dimenticare di domani sera.. Per me e Corbin è importante, porta anche la tua crisi esistenziale, se preferisci

-Si chiama Zoe, e comunque non se ne parla.. Verrò solo- Dissi sorridendo per poi chiudere, Zoe mi raggiunse in cucina col suo intimo in pizzo e si sedette sullo sgabello, cominciando a mangiare la sua colazione

-Oggi c'è una splendida giornata, perchè non usciamo?- Chiese sorridendomi, la guardai e risi leggermente

-Scherzi? Ho la giornata libera! Questo significa sesso, sesso e solo sesso- Dissi divertito abbracciandola da dietro, ma lei si scansò e mi guardò sbuffando

-Non mi piace essere la tua troia personale!- La guardai stupito

-Troia? Come ti permetti? Io ho sempre trattato con rispetto le ragazze e poi sei stata tu a dirmi che dovevo vivere il momento, che dovevamo divertirci, cazzo!

-Per divertirci tu intendi solo scopare? E poi dici che tratti con rispetto le ragazze! Le tratti come se fossero macchine per il tuo piacere, mi tratti così! Io speravo che ci divertissimo davvero, sesso e arte e musica e uscite e alcol ma invece sei come tutti gli altri, forse la tua ex non ha fatto male a mollarti!- Disse per poi infilarsi dei vestiti e uscendo di casa sbattendo la porta, strinsi il bicchiere con il Margarita fino a romperlo per la rabbia.

Come se non bastasse, suonarono al campanello così andai ad aprire la porta sbuffando per poi rimanere impalato davanti la porta.



-Ciao Zac- Disse sorridendomi imbarazzata ma io non dissi nulla e le sbattei la porta in faccia, senza alcun rimorso

-Vattene- Dissi semplicemente andandomi a gettare sul divano per godermi la mia unica giornata libera dal lavoro

-Ho bisogno di parlarti e non me ne andrò fino a quando non aprirai questa porta!- Esclamò da dietro la porta, sospirai e la lasciai li davanti, per poi guardarmi la tv per il resto del pomeriggio.

La sera, decisi di fare un giro al Brew, visto che la litigata con Zoe mi aveva messa di cattivo umore; appena uscì di casa vidi Vanessa, seduta sullo scalino appena fuori il mio appartamento, quasi mi ero dimenticato di lei.

-Sei ancora qui?- Chiesi guardandola

-Te l'ho detto che non me ne sarei andata fino a quando non mi avresti aperto la porta di casa- Disse ricambiando lo sguardo, così sospirai e le porsi la mia mano

-Forza, entra- Dissi

Così entrammo in quello che doveva essere il nostro appartamento, lei si guardò attorno e poi posò il suo sguardo verso me mentre le preparavo il caffè.

-Hai cambiato un po di cose- Disse, riferendosi alla casa

-L'ho fatta più a mio gusto- Dissi mentre mettevo la caffettiera sul fuoco per poi voltarmi a guardarla

-Sono venuta qui per parlarti

-Sono tutto orecchie- Dissi sarcastico mentre lei mi guardò con gli occhi lucidi

-Sbattermi la porta in faccia era tra le migliori ipotesi a cui avevo pensato per il nostro incontro, hai tutte le ragioni per odiarmi.. Sono stata una vera stronza ma avevo paura ed ero triste, arrabbiata, vuota, come se qualcuno avesse preso il mio cuore e lo avesse strappato via dal mio petto. Ti ho deluso troppe volte e sono qui per questo, per dimostrarti che ti amo e che voglio stare con te, voglio che tu sia il padre dei miei futuri bambini e farò di tutto per riconquistarti.

-Poverina, ti senti vuota.. E io come credi che mi sia sentito, eh? Avevo bisogno di te e tu non ci sei stata, ancora! Sai, comincio a credere che la nostra storia d'amore sia tutta una presa per il culo! Ti ho dato l'anima, tutto me stesso eppure tu mi hai sempre abbandonato! Quindi fan culo! Sono io quello ferito, non tu! E sei pregata di uscire fuori da casa mia, non voglio che mi dimostri niente! E' finita! Mi hai perso!- Urlai, arrabbiato come mai prima ad ora

In quel momento rientrò in casa Zoe, che guardava quella scena confusa mentre Vanessa cominciò a piangere per poi correre via da casa mia. Sospirai a guardai Zoe.

-Scusami per oggi, hai ragione.. Sono uno stronzo, ricominciamo- Zoe mi sorrise e corse ad abbracciarmi per poi fare pace nella passione di quella notte
 
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CAT_IMG Posted on 18/11/2016, 00:17




CAPITOLO 23-Quello che vorrei


Era passata ora d cena e Zoe ancora non era tornata dalla facoltà, così ne approfittai per andare al Brew senza lei che mi rimproverasse per non averla invitata. Così, le lascio le chiavi di riserva sotto lo zerbino, le mando un messaggio per avvertirla che non ci sarei stato e mi incamminai al Brew.



Quando vi entrai vidi Corbin e Alexis seduti al bar, proprio come ai vecchi tempi che mi sorrisero appena mi videro e mi fecero posto, così ricambiai il sorriso.

-Allora davvero non hai portato l'adolescente?- Chiese Alexis divertita, per darmi fastidio

-Ha 24 anni, non 16, e comunque non si era ancora ritirata dalla facoltà e non volevo fare tardi coni miei due migliori amici- Dissi sorridendo per pararmi il culo mentre Corb e Alexis mi guardavano scettici ma divertiti

Il barista si avvicinò a noi e gli feci cenno che avremmo preso il solito, ma Corbin e Alexis sembravano abbastanza divertiti ma imbarazzati

-In realtà, per me un succo alla frutta- Lo corresse Alexis, la guardai confuso visto che non era suo solito ma appena capì mi fiondai sui miei due migliori amici per abbracciarli e esultare della lieta notizia

-Non posso crederci!- Dissi ridendo felice mentre Corb e Alex mi accompagnavano con le risate

-Volevamo darti la lieta notizia di presenza, e poi volevamo chiederti di fargli o farle da padrino.. Ne saremmo così felici- Disse Corbin sorridendo commosso, gli sorrisi altrettando commosso e lo abbracciai

-Ne sarei davvero onorato- Dissi per poi festeggiare tutta la notte

Al mio rientro, ero decisamente brillo ma capì benissimo che era Vanessa ad aspettarmi davanti il cortile di casa mia e che era bellissima, come sempre.



-Sei ubriaco?- Chiese scioccata Vanessa, io la guardai e scoppiai in una rumorosa risata

-Ubriaco? Zachary David Alexander Efron non si ubriaca mai!- Esclamai barcollando mentre Vanessa cercò di tenermi in piedi

-Si, certo- Disse prendendomi in giro

-Perchè sei qui? Ti ho detto che non volevo vederti!- Esclamai

-Sono qui per dirti addio, torno definitivamente a Salinas da mia madre e mia sorella- Disse guardandomi negli occhi

-E il lavoro?- Chiesi in un momento di lucidità, lei mi sorrise

-Ho cambiato così tanti lavori che non sarà un problema farlo per l'ultima volta, è per una buona testata giornalistica locale e così ognuno di noi potrà andare avanti con la sua vita- Disse dolcemente

La guardai per un secondo, poi le mie labbra si fiondarono immediatamente sulle sue, baciandole avidamente e passionalmente mentre le labbra di lei ricambiavano alla stessa maniera. Poi, la spinsi contro la morta in legno e le bloccai le mani proprio sopra la sua testa, cominciando a baciarle il collo e la scollatura del seno mentre lei sospirava di piacere. Allungai le mani sotto la sua gonna mentre lei mi sbottonava la camicia e per un secondo ci guardammo dritto negli occhi e capimmo bene ciò che stava per succedere; la presi di peso per le cosce e la poggiai con potenza sulla forza mentre portò la testa indietro per il piacere per poi consumare la nostra passione e voglia nel buio del cortile di casa mia.

Al termine, Vanessa si stava dando una sistemata mentre io, a petto nudo, mi abbottonavo i jeans e la guardavo ancora con desiderio, era sempre bello fare sesso con lei.

-Cerchi queste?- Chiesi passandole le mutandine in pizzo che aveva probabilmente perso durante il rapporto, così lei le prese con imbarazzo e se le mise

-Beh, allora, io vado- Disse, la guardai e le presi la mano

-Possiamo farci un giro, se vuoi- Dissi dolcemente ma lei scosse la testa

-No, renderebbe tutto più difficile.. Anche se abbiamo già complicato le cose, adesso è il momento di andare- Disse Vanessa con un sorriso amareggiato sul volto

-Oggi, Corb e Alexis mi hanno comunicato che aspettano un bambino.. E allora mi sono messo a pensare a me, alla mia vita, alla ragazzina che sta da me per il momento e ho capito che non è ciò che voglio; io voglio una famiglia, una moglie, tanti bambini e magari un cane, un gatto, un canarino o quello che vuoi tu! Pensavo di potermi divertire come quando sono arrivato a New York ma ormai non sono più quella persona! Non voglio cambiare ragazza ogni notte, non ho più paura di un quindi. Anzi, oggi, sono io a dirtelo.. Quindi..- Dissi guardandola

-Avevi ragione l'altro giorno, io ho sbagliato e non ho fatto altro che ferirti, quindi.. La cosa migliore che possa fare per te è sparire dalla tua vita, ti amo Zac, statti bene- Disse lasciandomi un bacio sulla guancia e andandosene via definitivamente, portando con se quello che vorrei per me, per la mia vita: il suo amore.
 
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CAT_IMG Posted on 18/11/2016, 14:59




CAPITOLO 24- La festa del bambino



Alexis mi aveva praticamente costretto ad aiutarla a organizzare una festa per l'arrivo del piccoletto, visto che Corbin era molto impegnato a causa del suo lavoro dirigenziale.

-Non te lo vorrei ricordare, ma io sono un professore di Università, sai anche io sono molto impegnato- Dissi divertito mentre riempivamo il Brew di palloncini verdi, visto che ancora non si sapeva il sesso del bambino

-Sei un professore, appunto! Puoi delegare o dare un po di vacanza a quei poveri alunni costretti a sentirti blaterare- Disse Alexis ridendo, la guardai divertito e le lanciai un palloncino

-Piuttosto, avete già scelto il nome del moccioso?- Dissi ridendo guardando il ventre di Alexis già pronunciato a causa della gravidanza

-Stiamo scegliendo attentamente, non vogliamo sbagliare- Disse Alexis scuotendo la testa sorridendo

-Beh, Zachary è davvero un bel nome.. Sa di vero maschio- Dissi divertito, Alexis mi diede una pacca sulla spalla e insieme ridemmo

La preparazione venne interrotta dall'arrivo improvviso di mia madre all'interno del Brew, la guardai stupito e mi avvicinai a lei.

-Mamma! Cosa ci fai qui?- Chiesi stupito

-In realtà, l'ho invitata io- Disse Alexis imbarazzata, la guardai perplesso.. Perfetto, adesso avrei dovuto dire a mia madre che ospito l'amica di mio fratello minore a casa mia, con cui mi diverto facendoci sesso.

-Che bello averti qui, mamma- Dissi sorridendo un po imbarazzato, mia madre mi sorrise e andò ad abbracciare Alexis

-Sono veramente felice per te e Corbin.. E per il piccolo o la piccola, ovviamente- Disse mia madre facendo uno dei suoi più bei sorrisi e porgendole un regalo

-Non doveva, signora Efron- Disse Alexis sorridendo

-Sciocchezze. Allora, noto che devi organizzare una festa.. Ed io in questo sono una vera maestra- Disse mia madre ridendo leggermente e cominciando a delegare tutti, compreso me, nella preparazione della festa.

A ora di cena gli invitati cominciarono arrivare, seguiti da Alexis e Corbin che erano tornati a casa per prepararsi, ed erano bellissimi per quell'occasione. Il party cominciò e tutti non facevano altro che divertirsi tra buon cibo, alcol e giochi organizzati per festeggiare i genitori e il bambino.

Mia madre stava conversando con i genitori di Alexis, che aveva conosciuto in previsione del nostro matrimonio e che erano davvero dispiaciuti della rottura mia e di Alexis ma davvero felici per l'arrivo del piccolo nipote, così mi avvicinai a lei dopo che i genitori di Alexis raggiunsero la figlia per fare delle foto.

-Ti stai divertendo?- Chiesi sorridendo

-Molto, sono felice per Alexis e Corbin.. Magari un giorno anche io avrò un nipotino- Disse mia madre sorridendo, ma a quelle parole mi rattristì non poco.

-Era quello che volevo, mamma, con lei..- Dissi, in un momento di sfogo così mia madre mi strinse in un dolce abbraccio

-Andrà tutto bene tesoro, lo dice la mamma- Disse sorridendomi

Ricambiai il sorriso, sino a quando venimmo raggiunti da Zoe, cosa che stranì non poco mia madre, visto che non gliene avevo parlato.



-Sbaglio o sei l'amica di mio figlio Dylan? - Chiese mia madre

-Oh si, sono Zoe- Disse guardandomi sorridendo imbarazzata, così mia madre si voltò verso me guardandomi confusa e perplessa, mi sentivo in una trappola.

Quella situazione si fece ancora più difficile quando vidi entrare al Brew una donna che conoscevo molto bene, Vanessa. Sia Alexis che Corbin mi guardarono preoccupati mentre mia madre e anche Zoe sembravano più confuse di prima. Non dissi nulla e raggiunsi Vanessa, sorpreso.



-Cosa ci fai qui? Pensavo fossi partita per la California- Dissi, guardandola

-L'ho fatto, è già da due mesi che abito lì e sono molto felice.. Solo che dopo quello che ho saputo, sono dovuta tornare a New York- Rispose

-Cosa hai saputo?- Chiesi stranito

-Zac, sono incinta- Disse con gli occhi lucidi

La guardai sconvolto, sorpreso, scioccato, non potevo credere a ciò che le mie orecchie avevano sentito; tutto ciò che mi limitai a fare fu abbracciarla e stringerla a me più che potevo mentre lei sorrise leggermente e cominciò a piangere.

-Non potevi darmi notizia più bella- Le sussurrai

-Non devi sentirti in dovere.. Ma dopo tutto quello che abbiamo passato, mi sembrava giusto che te lo dicessi- Disse guardandomi mentre le asciugavo le lacrime.

-Non mi sento in dovere.. E' la cosa più bella che ci potesse capitare, e dopo questo non ti lascerò più andare via- Dissi guardandola negli occhi per poi darle un dolce bacio, al quale rispose stringendosi forte a me.

Tutti rimasero piacevolmente sorpresi da quella scena, mentre l'unica cosa che Zoe si limitò a fare fu quella di andarsene via dal Brew. Così, quella sera brindammo anche per me e Vanessa tra la felicità di mia madre, Corb, Alexis e tutti gli altri invitati.

Quella sera chiesi a mia madre di portare Vanessa con lei in albergo e tornai a casa mia a sistemare quel piccolo conto in sospeso, quando entrai vidi Zoe che faceva le valige, sembrava che avesse pianto.

-Quella ragazza che hai visto è Vanessa..- Dissi, cercandole di spiegare

-Lo immaginavo- Disse con freddezza, sospirai

-Hai ragione, non ti ho trattata nei migliori dei modi.. Anzi, sono stato un vero bastardo con te ma non ho mai pensato che fossi una donna di poco conto, anzi. E' che mi sono innamorato di quella donna dal giorno in cui l'ho vista in quel locale ed è da quel giorno che nessuna l'ha mai sostituita. Mi dispiace così tanto Zoe, meriti qualcuno che ti ami come meriti- Dissi dispiaciuto

Zoe si voltò con le lacrime agli occhi, tenendo in mano la valigia nella quale aveva messo tutte le sue cose che erano in casa mia.

-Potevi pensarci prima, potevi lasciarmi andare quando avevi capito che per me era qualcosa in più che sesso e divertimento, un vero uomo fa questo mentre tu te ne sei approfittato, ti sei approfittato di una ragazzina per i tuoi piaceri.. Dovresti vergognarti- Disse con rabbia per poi uscire di casa con furia.

Sospirai e mi gettai sul letto e sorrisi per le mille emozioni vissute in quella giornata.
 
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CAT_IMG Posted on 21/11/2016, 01:08




CAPITOLO 25- Preparativi


Vanessa ed io eravamo molto indaffarati nei preparativi dell'imminente arrivo del piccolo, o piccola.. Avevamo deciso che sarebbe stata una sorpresa, proprio come il suo arrivo. Quella sera eravamo nel mio appartamento di New York che cenavamo col cibo cinese da asporto del negozio accanto.

-Beh, già sei arrivata al quinto mese di gravidanza e credo che non sia più il caso che tu faccia avanti e indietro dalla California a New York per il lavoro- Osservai mentre bevevo un sorso di vino

-Lo so, non potrò farlo per molto.. E' che non voglio rinunciare ancora al mio lavoro, e poi prima ero una donna in carriera e mi era facile trovare occupazione ma adesso chi la assumerebbe una mamma? Non voglio lasciarmi scappare questo lavoro- Disse amareggiata, così la guardai

-E se fossi io a trasferirmi in California?- Vanessa mi guardò di scatto

-Cosa? Ma qui hai un ottimo posto di lavoro e poi New York è la tua casa- Disse

-Il lavoro posso trovarlo ovunque e poi la mia casa non è New York, la mia casa è dove ci siete voi- Dissi sorridendole, accarezzandole il ventre già pronunciato mentre lei mi sorrideva

-Davvero ci trasferiremo a Salinas?- Chiese felice, io le sorrisi

-Davvero

Lei sorrise e mi saltò addosso per la felicità mentre risi leggermente per la sua euforia per poi concludere la nostra serata a letto, a guardare un film tra le coperte abbracciati.

Nei giorni successivi feci chiamate a tutti i miei agganci per cercare un lavoro nei pressi di Salinas, ma niente, così sospirai e mandai un messaggio a Dylan, dicendogli che dovevo parlargli.. Per la mia famiglia avrei fatto anche ciò che ho più detestato al mondo, ma ancora non avrei detto nulla a Vanessa.

Quella sera, Alexis e Corbin ci avevano invitati per una cena a casa loro, così decisi di posticipare ulteriormente la notizia a Vanessa, per goderci la cena in tranquillità.

-Quindi, vi trasferite in California?- Chiese Alexis

-Si, pensiamo sia la cosa migliore per entrambi.. Io lì ho il mio lavoro e Zac può trovarne uno tranquillamente, siamo molto eccitati- Disse Vanessa sorridendo

-Hai già trovato qualcosa, amico? Posso aiutarti io- Chiese Corbin, sorrisi imbarazzato

-Già fatto, aspetto delle risposte.. Ma grazie- Dissi, bevendo un sorso della mia birra mentre Corbin mi guardava stranito

-Allora, sei emozionata per l'arrivo del bambino?- Chiese Vanessa felice

-Assolutamente, ancora mancano 3 mesi ma è come se dovessi partorire domani- Disse Alexis sorridendo leggermente

-E il nome del moccioso?- Chiesi ridendo mentre Vanessa mi diede una gomitata, divertita

-Ancora non lo abbiamo scelto, ci piaceva molto Simon- Disse Alexis guardando Corbin sorridendo, che le stringeva la mano

-Mh, io suggerirei Zachary.. Ti ho già detto che è un nome virile, vostro figlio dovrebbe essere virile- Dissi divertito mentre Corbin mi guardò

-Chiameresti mai tuo figlio Corbin?- Chiese ridendo leggermente, lo guardai per un secondo

-No, decisamente- Dissi per poi scoppiare a ridere tutti insieme

Alexis si diresse in cucina per andare a prendere il dolce quando, ad un tratto, la luce di casa si staccò e sentimmo un tonfo dalla cucina e un urlo di dolore che proveniva da essa. Ci catapultammo tutti in cucina e trovammo a terra Alexis, dolorante, che era inciampata a causa del buio, così Corbin andò ad aiutarla a tirarsi su mentre entrambi la prendevamo in giro

-Molto divertente- Disse Alexis, dolorante

Il sorriso sul volto di Corbin scomparve quando notò che dai jeans di sua moglie colava del sangue e guardò di scatto me e Vanessa in preda al panico e noi, per prima cosa, gli facemmo segno di rimanere calmo per non far agitare Alexis.

-Tesoro, andiamo sul divano.. Sarai piena di dolori, posso capirti- Disse Vanessa mentre la portava in salone

Appena Alexis e Vanessa si allontanarono, chiamammo subito l'ambulanza che ci comunicò che avrebbe tardato a causa del caos creato dal black out della città. Corbin mi guardò e lessi sul suo sguardo la disperazione, così gli diedi una pacca per tranquillizzarlo quando, però, sentimmo un urlò di Alexis e così ci fiondammo in salone.

-Che succede?- Chiese Corbin, preoccupato

-Non sto bene. C'è qualcosa che non va! Il bambino... Il bambino...- Disse cominciando a delirare mentre Corbin entrava nel panico.

-Ehi,ehi,ehi, state calmi! Alex, cosa senti?- Chiesi cercando di mantenere la tranquillità

-Come se.. Stesse cercando di uscire- Disse, cominciando a emettere urla di dolore

Io e Vanessa ci guardammo e capimmo che non potevamo starcene con le mani in mano, sopratutto considerando che Corbin era immobilizzato dal terrore. Così, Vanessa andò a riempire una bacinella di acqua calda e a prendere un po di tovaglie che ci sarebbero state utili; sfilai nella maniera più delicata possibile i jeans della mia migliore amica e la misi nella posizione tipica del parto mentre lei mi guardava terrorizzata.

-Ascolta, so che sei impaurita ma è l'unico modo con cui posso aiutarti adesso.. L'ambulanza sta arrivando ma credo che non possiamo più aspettare. Quindi, al mio tre spingi più che puoi- Dissi mentre lei scuoteva la testa

-Non posso.. Non ce la faccio- Disse piangendo mentre Corbin le stringeva la mano e Vanessa mi raggiungeva con tutto ciò che , quantomeno, ci sarebbe potuto essere utile.

-Tu sei Alexis, altrochè se ce la puoi fare- Dissi, guardandola con dolcezza per poi iniziare a contare- .. Uno, due, tre!- Dissi, così lei cominciò a spingere , e urlare, più forte che poteva.

Continuò a spingere per molto tempo ancora, riuscivo a sentire il suo dolore sulla mia pelle ma non potevo fare altro per lei, non potevamo fare altrimenti. Dopo l'ennesimo urlo sento il pianto di un piccolo bambino tra le mie mani, insanguinate mentre Alexis tirò un sospiro di sollievo e si rilassò sul divano. Vanessa corse a pulire il bambino come si deve e a vestirlo per poi dare il piccolo tra le braccia dei genitori che, appena lo videro, scoppiarono a piangere.

Dopo altri minuti, finalmente arrivò l'ambulanza che portò immediatamente Alexis e il piccolo in ospedale, per controllare che tutto fosse a posto. Io e Vanessa li raggiungemmo in ospedale qualche minuto dopo, l'infermiere ci mostrò la stanza di Alexis e così entrammo per vedere come stava.

-Ehi, campionessa- Dissi col mio solito sorriso ironico, mentre lei e Corbin ci sorridevano

-Sto bene, mi hanno fatto un controllo e va tutto bene.. Il bambino è nato prematuro e ha bisogno di stare sotto controllo nel reparto ma , fortunatamente, ha tutti gli organi formati ed è solo questione di settimane prima che possa stare bene- Disse Alexis sorridendo

-Insomma, entrambi devono stare qui a riposo- Disse Corbin, stringendo Alexis a se

-Siamo veramente felici che state bene, abbiamo passato momenti terribili stasera.. Tutti quanti- Disse Vanessa, ancora provata da ciò che era successo

-Hai ragione e noi non sappiamo come ringraziarvi.. Abbiamo fatto davvero bene a sceglierti come padrino, Zac, ti siamo davvero debitori- Disse Corbin sorridendomi con riconoscenza

-Tu avresti fatto lo stesso per me, amico- Dissi sorridendogli

-E' vero però, nei fatti, sei stato tu a farlo con noi.. E dopo stasera credo che abbiamo scelto il nome del bambino.. Zachary Artur Bleu- Disse Alexis commossa, io la guardai e sorrisi leggermente

-Non dovete sentirvi obbligati..

-Obbligati? Zachary è un nome virile.. Dimentichi?- Disse Alexis sorridendo, commossa

Dopo aver trascorso un'altra mezz'oretta con loro, decidemmo di tornare a casa anche perchè Vanessa era molto provata da quella situazione e aveva bisogno di riposare.

-Sei stata bravissima stasera, pensavo ti facessi prendere dal panico- Dissi, infilandomi il pigiama

-Ho pensato a cosa avrei voluto che succedesse se fossi stata al posto di Alexis, ed io avrei voluto persone lucide che mi aiutassero. Anche se , devo ammetterlo, ho avuto molta paura dopo quello che ho visto- Disse

-Tesoro, non devi preoccuparti.. Andrà tutto benissimo, i preparativi stanno andando più che bene e arriverai al nono mese tutta intera, te lo prometto- Le dissi sorridendo, stringendola tra le mie braccia

-Grazie, amore- Disse dolcemente stringendosi, la guardai sorridendo e poi sospirai leggermente

-Ho trovato un lavoro in California, in realtà è l'unico che sono riuscito a trovare.. A Saint Louis, nell'azienda di famiglia- Dissi guardandola, mentre la sua espressione in volto cambiava

-Cosa? No! Non se ne parla! Tu hai compromesso il rapporto con suo padre, tutta la tua vita per seguire i tuoi sogni.. E ora che fai? Butti in aria tutto?

-Adesso il mio sogno è stare con te e il piccolo! Tesoro, ho già vissuto il mio sogno.. La mostra con Afremov, l'insegnamento alla Columbia.. Adesso ciò che desidero è stare con voi, voglio solo questo

-No! Non è quello che voglio io! Dobbiamo essere sempre noi stessi, seguire sempre i nostri sogni, lottare per ciò in cui abbiamo sempre lottato! Non voglio questo bambino se significa che devi diventare il damerino che hai sempre criticato e odiato!- Esclamò Vanessa

-E' così orribile che io voglia prendermi le mie responsabilità e prendermi cura di voi, a qualunque costo?- Chiesi, arrabbiato

-Si! Perchè un giorno rimpiangerai tutto ciò che hai perso per un ragazzino o ragazzina che, probabilmente, in adolescenza ti riterrà un rompi coglioni e per una moglie che magari con qualche chilo di troppo non ti soddisfa più come prima! Voglio sempre il Zac che ho conosciuto, quello che è andato contro tutto e tutti per i suoi sogni, che ha compromesso il rapporto con una delle persone più importanti della sua vita per non essere come avevano stabilito di essere. E' per questo che me ne sono andata, è per questo che non ho permesso a tuo padre di andare fino in fondo, perchè in te ho visto quella luce che non avevo mai visto in nessuno.. Per questo ti ho seguito a Parigi, per questo ho cambiato lavoro e vita per seguirti.. Per quella luce. Non lasciarla scomparire.- Disse, guardandomi

-Non sono più il ragazzino che hai conosciuto, adesso ho delle responsabilità ed io devo provvedere a te e al bambino, che ti piaccia o no- Dissi, con fermezza

-Bene. Allora, intanto ti prendi cura del bambino dal divano e poi potrai spedirci tutti i tuoi averi per posta perchè io torno a Salinas dal mio lavoro ma tu non verrai in California con me, rimarrai qui ad insegnare e staremo lontani perchè io non ho intenzione di essere la causa della tua rovina. Buona notte- Disse, passandomi un cuscino

La guardai, sbuffai e scesi giù per poi passare il resto della serata a dormire sul divano. Neanche eravamo sposati e già litigavamo come se lo fossimo........
 
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Miss Hudgens
CAT_IMG Posted on 21/11/2016, 23:46




CAPITOLO 26-Senza me


Dormivo sul divano da diverse settimane, ormai, mentre dovevo sopportare la sceneggiata di una Vanessa, impazzita per gli ormoni, che minacciava di fare le valige e andarsene. Fortunatamente quella sera sarebbe avvenuta la festa di benvenuto per il piccolo Zac, che Alexis e Corbin avevano organizzato dopo che la loro condizione si era stabilizzata.

-Non mi viene più alcun vestito, ho preso troppi chili!- Esclamò Vanessa lanciando abiti a destra e a manca, sperandone di trovare uno giusto

-Il ginecologo dice che sei in forma e poi con il tuo lavoro a Salinas non puoi comprarti qualcosa? Visto che fatichi tanto per fare su e giù tra California e New York- Risposi sarcastico ma lei mi guardò male

-Un giorno mi ringrazierai per tutto questo

-Ah, davvero? Ogni cosa che facciamo insieme è una cazzo di tragedia! Non riusciamo a vivere un momento felice, nemmeno l'arrivo di nostro figlio che devi sempre rovinare tutto!- Urlai esasperato

-Invece di ringraziarmi mi dici queste cose! Io faccio questo per te, diamine.. Non voglio che rinunci al tuo sogno- Rispose

-Il mio sogno l'ho vissuto, adesso mi manca un lavoro e l'unico che ho è quello all'Azienda di famiglia ed io ci andrei pur di provvedere alla mia famiglia, perchè siete voi il mio sogno, adesso! Perchè non lo capisci?- Chiesi esasperato

Lei, però, non mi rispose e tornò a prepararsi.

Dopo mille cambi di abito, finalmente giungemmo alla festa del piccolo Zac organizzata nell'ampio e ben addobbato giardino di Corbin e Alexis che appena ci videro, corsero a salutarci e a farci salutare il bambino, sorridenti e felice come mai.

-Meno male che siete venuti, non ce la facevamo più a intrattenere i parenti noiosi.. Zac, ti prendo un Martini e Vanessa...

-Un succo di frutta, grazie- Disse Vanessa sorridendo, accompagnando Alexis al bar del catering per prendere da bere.

Corbin mi guardò sorridendo divertito

-I suoi ormoni sono impazziti?- Chiese

-Oh no, sono i suoi ormoni che fanno impazzire me! Non accetta che io possa prendere il posto nell'Azienda di famiglia per guadagnare qualcosa! E' insopportabile.

-Beh, tu hai odiato tuo padre per questo.. Magari ha ragione, no?- Chiese Corbin

-Magari ha ragione ma questo non cambia la situazione.. Ho perso il lavoro all'università e non c'è nessuna galleria che mi possa prendere e, al momento, non ho abbastanza denaro per aprirne una tutta mia! Cosa dovrei fare?

-Se ci pensi, era il nostro sogno aprire una galleria d'arte tutta nostra dove poter discutere di arte, cultura, artisti...

-Con una caffetteria e pasticceria annessa- Dissi sorridendo, ripensando ai nostri sogni

La nostra conversazione venne interrotta dall'arrivo di una vecchia conoscenza, che mi fece rimanere di sasso; Nathalie, Il bel Capo che mi sono fatto nel bagno durante il party dell'ufficio, ancora più bella di quanto ricordassi.



-Zac Efron, quale onore!- Disse Nathalie sorridendo

-E' da molto tempo che non ti vedo in giro, che fine hai fatto?- Chiesi, salutandola calorosamente

-Tu non mi vedi in giro? A me sembra che tu abbia fatto molte cose in questi ultimi anni: Parigi, l'insegnamento, Afremov.. E' notevole- Disse

-Beh, ho cercato di darmi da fare- Dissi ridendo leggermente- Ma come mai sei qui?

-Oh, tranquillo, non mi imbuco alle feste per i più piccoli- Disse Nathalie divertita

-La galleria di arte di Nathalie è convenzionata con la nostra Azienda di grafica, quindi siamo sempre in contatto e ho avuto il piacere di invitarla- Spiegò Corbin.

Annuì e non so come ma mi ritrovai a parlare con Nathalie e solo in quel momento mi accorsi che piacevole e divertente donna fosse; parlammo della mia esperienza a Parigi, dell'apertura della sua galleria d'arte e il tempo sembrava passare così velocemente con lei. Tanto velocemente che mi ritrovai nel bagno di Corbin e Alexis con Nathalie a baciarci con foga mentre entrambi ci spogliavamo con desiderio, tra un bacio e l'altro la misi sopra il bancone del bagno e la guardai negli occhi: fu allora che mi resi conto che non potevo andare fino in fondo, non potevo fare qualcosa del genere a Vanessa e al nostro bambino così mi discostai velocemente.

-Qualcosa non va?- Chiese una Nathalie confusa, ricomponendosi

-No, assolutamente no! Sono io lo stronzo.. Ho problemi con la mia compagna e stavo per tradirla, non posso farlo, se non per lei per il figlio che aspettiamo- Dissi mortificato

-Tu aspetti un bambino?- Chiese Nathalie sbigottita mentre si sistemava, la guardi e sospirai

-Si, con una donna che ho sempre amato sin dal primo momento in cui l'ho vista.. Dopo tanti ostacoli, separazioni adesso posso avere una famiglia con lei ma non ho un lavoro, o almeno non ho il lavoro che desidero e questo non le sta bene. Non vuole che sacrifichi i miei sogni e per lei e per nostro figlio.

-Deve amarti proprio tanto, allora- Disse Nathalie sorridendo

-Non sei arrabbiata con me?- Chiesi

-No, non sono arrabbiata.. Hai fatto bene a fermarti fino a quando eri in tempo però adesso torniamo alla festa, tu sei il padrino e ti staranno cercando- Disse la donna, sorrisi leggermente imbarazzato e annuì, così tornammo alla festa.

Una volta terminata la festa, ritornammo in casa e, come ogni sera, Vanessa mi preparava il divano in cui avrei dormito ancora una volta.

-Possiamo almeno parlarne?

-Dove sei finito per tutta la sera? Mi hai lasciata sola! Sai, forse te ne sei dimenticato ma sono incinta e tu sei il padre!- Disse Vanessa arrabbiata

-Me ne sono dimenticato? Ciò che più voglio fare al mondo è fare il padre e tu me lo impedisci perchè sei solo una mocciosa viziata!- Urlai

-Cosa? Come ti permetti?- Disse Vanessa scioccata

-Stasera stavo per tradirti, stavo per scopare con un'altra donna solo perchè tu stai rovinando tutto con il tuo egoismo! Io voglio prendere il lavoro di mio padre! Voglio farlo per te e per nostro figlio! Capisci che facendo così mi allontani e basta?- Urlai, arrabbiato mentre lei mi guardava con le lacrime agli occhi

-Tu sei stato con un'altra donna e ti ritieni pronto a fare il padre?- Disse, disgustata

-Ho sbagliato, è vero, ma vorrei che tu capissi che è anche colpa tua! Lasciami occupare della mia famiglia, per l'amor del cielo- Esclamai

-Io credo che tu abbia bisogno di farti un giro, entrambi abbiamo bisogno di un po di spazio per questa sera- Disse Vanessa, scostando lo sguardo dal mio

Sospirai e annuì, presi le chiavi della mia macchina e mi recai al motel più vicino in cui avrei passato la notte per lasciarle sbollire la rabbia. Non avrei mai pensato che al mio rientro in casa, la mattina dopo, avrei trovato gli armadi con le sue cose vuoti e un semplice biglietto con cui scriveva che sia lei che il bambino sarebbero stati bene. Senza me.

Edited by Miss Hudgens - 26/2/2017, 22:40
 
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Miss Hudgens
CAT_IMG Posted on 26/2/2017, 23:34




CAPITOLO 27-Nel viale dei ricordi



Avevo chiamato più volte nel cellulare Vanessa, ma niente, non rispondeva. Così, cominciai a tempestare di chiamate la madre, sua sorella, l'ufficio entro cui lavorava ma non ricevevo alcun tipo di risposta. Stavo impazzendo. Decisi di mettermi in viaggio per la California quando il mio cellulare squillò, così mi fiondai a rispondere ma era semplicemente Corbin.

-Amico, non ho tempo, devo andare a cercare Vanessa. Storia lunga.- Dissi di fretta

-So tutto, amico, Vanessa mi ha detto di dirti che è da sua madre e sta bene ma di non chiamarla per un po di tempo- Disse Corbin

-Cosa? Non esiste! Devo andare a riprenderla!

-E se ti dicessi che io ho il modo che ti permetterà di riavere la tua famiglia?- Chiese Corbin.

Non me lo feci ripetere due volte e mi fiondai nell'Azienda in cui un tempo sia io che Corbin lavoravamo come grafici pubblicitari, era strano tornare in un posto che per tanto tempo era stato casa mia; mi imbattei nella sala riunioni e mi scappò un sorriso per tutte le cazzate che io e il mio migliore amico combinavamo. Quel sorriso si fece più ampio quando mi venne in mente il mio secondo incontro con Vanessa, la notte dopo quel meraviglioso sesso che me l'ero data a gambe levate.

***



-Cominciamo?- Disse Amanda

-Mh? Si- Dissi io, alzandomi in piedi- Bene. La storia ha come protagonista una ragazza che non sa cosa vuole dalla sua vita, ed il libro diventa un percorso grazie al quale la ragazza riesce a capire cosa vuole dalla vita: la libertà. Quindi...

-Hai centrato bene quello che volevo dire.. Ah, a proposito, io sono l'autrice, piacere. Hai detto bene, la protagonista non sa cosa vuole e tutto il libro è un commettere degli errori che però la porteranno a ottenere quello che vuole. Tra questi grandi errori c'è sicuramente l'incontro con un uomo bello e ironico, sembra essere perfetto per lei.. E dopo una notte di sesso estremo, ne ha la certezza! Poi però l'uomo perfetto si trasforma nello stronzo per eccellenza che se ne va nel cuore della notte mentre la donna dorme beata sul letto dove qualche minuto prima, magari, gli faceva un pompino. Ecco, vorrei che dalla vostra copertina trapelasse questo. Puoi proseguire- Disse Vanessa sedendosi.


***


I miei pensieri vennero interrotti dall'arrivo di Corbin che mi accolse con un sorriso e mi disse di seguirlo nel suo ufficio. Quando vi entrammo trovai Nathalie, molto elegante e formale, che ci sorrideva.

-Cosa sta succedendo?- Chiesi confuso

-Siediti e ascolta- Disse Corbin

-Non ho tempo, Corb!- Dissi, innervosito

-Zac, credimi, ne varrà la pena. Siediti e ascolta- Disse dolcemente Nathalie, così sospirai e mi sedetti e ascoltai tutto ciò che dovevano dirmi.

Quando uscì dall'ufficio di Corbin, dopo aver ascoltato Nathalie, mi diressi verso il mio appartamento per raggiungere immediatamente Vanessa; prima di arrivare, mi fermai dinnanzi l'Empire State Building, di passaggio per andare a casa mia, ed in quel momento mi comparse agli occhi una Vanessa meravigliosa vestita Prada e Jimmy Choo che mi sorrideva entusiasta per la mia sorpresa.

***



-Sei bellissima- Dissi mentre lei mi sorrideva divertita

-Io.. Non ho parole per tutto questo, tu non dovevi..

-Lo so- La interruppi- ma volevo farlo, davvero- Dissi sorridendole mentre la scortai in una delle sale dell'Empire.


Sospirai, quella sera l'avevo portata proprio ad una mostra di Afremov e l'avrei rincontrata tempo dopo a Parigi, proprio con Afremov, ad un importante evento culturale parigino.

***

-Un doppio whisky al signore, grazie

Sentì una voce femminile appena dietro di me, confuso mi voltai e rimasi sorpreso e allo stesso tempo scioccato nel vedere Vanessa, bellissima come sempre, appena dietro di me mentre il barista mi porse il cocktail che mi aveva ordinato.



-Ancora ricordi il mio cocktail preferito?- Chiesi guardandola divertito, mentre lei mi sorrise e si avvicinò a me

-Come potrei dimenticarlo?- Le sorrisi


Scossi la testa e mi avviai verso casa ma la mia attenzione si rivolse alla gioielleria più conosciuta di quel quartiere di New York e sorrisi, l'ultima volta che ero stato qui è stato per il mio anniversario con Alexis in cui le ho comprato il nostro anello di fidanzamento. Quella stessa giornata avevo incontrato Vanessa dopo tanto tempo da quando lei mi aveva svelato tutta la verità su mio padre, nella libreria in cui stava presentando il suo libro.

***

-Quindi, questo libro non parla di amore?- Chiesi, facendomi leggermente avanti. Appena lei mi vide, notai gli occhi brillare ma, allo stesso tempo, diventare lucidi.

-Certo che parla di amore, amore verso se stessi, amore per i propri sogni. Ovviamente non mancherà la dura decisione della nostra protagonista nello scegliere tra l'uomo che sembra perfetto per lei e l'uomo considerato sbagliato, che la delude, la fa soffrire. Questo, però, si può scoprire solamente leggendo il libro. Altre domande?- Chiese sorridendo


Quei ricordi non mi portarono solo un enorme sorriso sul volto ma a prendere una decisione che sarebbe stata la più importante della mia vita.

Ogni strada, ogni posto mi ricordavano lei e di come fosse stata così importante nella mia vita e a come non volessi rinunciare a lei per nulla al mondo. Prima di andarla a riprendere, dopo aver preparato una borsa per il viaggio, decisi di bere quella che speravo sarebbe stata l'ultimo whisky al Brew.

Appena vi entrai mi sedetti su uno degli sgabelli e feci un cenno al barista che mi diede subito il mio whisky; mentre lo sorseggiavo scrutai bene quel posto e solo in quel momento mi accorsi come quel buco di locale, talvolta anche poco pulito, fosse stato la mia casa per così tanto tempo. E mi emozionai. Dopo aver bevuto l'ultimo sorso di whisky dal bicchiere, lo posai sul bancone del bar e quando alzai lo sguardo proprio di fronte me vidi la Vanessa di quella prima sera in cui il mio sguardo si incontrò con il suo.



E in quell'istante mi ricordai il desiderio che provai nell'averla. Doveva essere mia. Solo che questa volta non mi bastava una notte, volevo tutta la vita.

-Amico, ti vedo assorto nei tuoi pensieri, un altro whisky?- Chiese il barista divertito, scossi la testa

-No, grazie, non sono assorto nei miei pensieri.. Ho solo fatto un viaggio nel viale dei ricordi, adesso vado- Dissi sorridendo, lasciandogli la mancia, e andando a riprendermi la mia vita.


CAPITOLO 28-Non dire di no


Stella corse subito ad aiutare la sorella incinta con i bagagli, troppo pesanti per una donna nelle sue condizioni ed entrambe entrarono in casa dove le attendeva una madre non poco preoccupata.

-Tesoro, lo sai che non puoi più fare avanti e indietro tra New York e California, è troppo pericoloso per te e per il vostro bambino!- La rimproverò Gina

-Tranquilla mamma, sono venuta per restare- Disse

-E Zac quando ti raggiungerà?- Chiese Stella innocentemente

-Non mi raggiungerà, non adesso almeno- Disse sospirando

Nessuno fece alcuna domanda e Gina andò a fare una buona camomilla rilassante per sua figlia, lasciandole il tempo di sistemarsi in quella che una volta era la sua vecchia camera. Mentre indossava abiti più comodi per stare in casa ripensò a tutti i bei momenti che avevano condiviso nella loro terra e, involontariamente, le comparse un sorriso sul volto.

-Tesoro, è pronta la camomilla- Disse dolcemente Gina, entrando in camera

-Ho sbagliato tutto, mamma, non dovevo entrare di nuovo nella sua vita dopo che gli ho detto tutta la verità- Disse Vanessa, sua madre la guardò

-Ma tu lo ami e lui ama te.. Cosa è successo, tesoro?

-Voleva abbandonare i suoi sogni e lavorare nell'Azienda di famiglia che ha sempre odiato per mantenerci.. Ed io non posso permetterglielo, gli ho già fatto troppo male non posso distruggere anche i suoi sogni- Disse abbassando lo sguardo

-Tu sei molto coraggiosa, bambina mia, e so bene che ti senti ancora in colpa per tutto ciò che è successo.. Però adesso aspettate un bambino, non puoi più scappare- Disse dolcemente Gina

Vanessa sospirò e vide sua madre che lasciava la sua stanza, così si avvicinò alla sua finestra e ammirò l'immenso giardino proprio in cui giocava da piccola, quello stesso giardino in cui organizzavano quelle grigliate di carne. Fu proprio in una di quelle occasioni che Vanessa presentò Zac a sua madre e a tutta la sua famiglia, con la quale risero e mangiarono fino a scoppiare. Già in quei piccoli e semplici momenti di felicità Vanessa aveva capito di essere totalmente innamorata di quel sognatore di Saint Louis e che, proprio per questo, doveva lasciarlo andare.

Una lacrima scese sul suo volto e si accarezzò la pancia, ormai pronunciata, per poi andarsi a fare una lunga e calda doccia, dopo quel viaggio così stressante e stancante. La sera, Vanessa scese al piano di sotto per cenare con la sua famiglia, sua madre e sua sorella, proprio come facevano prima che tutto cambiasse. Ad un tratto, il campanello di casa Hudgens suonò e Stella, stranita, andò ad aprire.

-Chi è?- Chiese Gina quando non vide la figlia tornare in cucina a cenare

Tutte rimasero sconvolte quando Stella giunse in cucina con a fianco un uomo stanco dal lungo viaggio ma determinato a riprendersi la sua famiglia, ciò che amava più al mondo.



Vanessa si alzò lentamente dalla sedia mentre Zac si avvicinava a lei, guardandola con gli occhi lucidi che solo un innamorato poteva avere e si inginocchiò davanti lei, che rimase di sasso per quel gesto.

-Ho fatto non so quanti chilometri per raggiungervi, non sapevo se essere arrabbiato o mortificato per ciò che hai fatto e per ciò che ho fatto io ma poi ho capito: non importa. Si, non importa quante volte ci feriamo, ci siamo feriti e quante altre ci feriremo perchè non so per quale assurdo gioco del fato o per quale legge della fisica noi ci ritroveremo sempre, noi siamo destinati a stare insieme. Mi sono innamorato di te dal primo momento che ci siamo visti, al Brew, e nonostante tutto, nonostante Alexis, nonostante Parigi, la lontananza, la rabbia io non ho mai smesso di farlo, non ho mai smesso di amarti e non lo farò mai. Non finirò mai di amarvi. Quindi, smettiamola di allontanarci e di rincorrerci perchè anche se tu andassi in capo al mondo, io alla fine ti troverei perchè siamo destinati a stare insieme. Quindi, perchè prendere in giro il destino? Vanessa Anne Hudgens, vuoi sposarmi?- Chiese Zac con la un nodo alla gola per il nervosismo e gli occhi lucidi per le lacrime.

-Zac..

-Non dire di no, ti prego- Disse Zac mostrandole il bellissimo anello di diamanti che le aveva preso alla gioielleria

-Zac, mi si sono rotte le acque- Disse, poi, Vanessa, lasciando tutti senza fiato per poi correre immediatamente verso l'ospedale più vicino a Salinas.

Edited by Miss Hudgens - 28/2/2017, 00:24
 
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Miss Hudgens
CAT_IMG Posted on 28/2/2017, 01:40




CAPITOLO 29-Si, lo voglio


Quel mese di Giugno, la classica cena di famiglia Efron si era trasformata nella scusa per festeggiare qualcosa di ben più importante per la famiglia Efron. Mia madre entrò nella mia vecchia stanza e mi guardò commossa, probabilmente era tutta colpa del mio abito da sposo.



-Mamma, per favore- Dissi divertito mentre Dylan scoppiò in una grassa risata

-Smettete di prendermi in giro, questa per me è una giornata molto speciale e sono sicura che lo è anche per vostro padre- Disse per poi scoppiare in un pianto disperato

Io e Dylan ci guardammo divertiti e andammo ad abbracciare la nostra cara mamma per consolarla ma anche per stare più uniti in quella giornata di gioia.

-Lo sai che papà è qui con noi, non ci ha lasciati mai.. Ed è felice che tu ti sia rifatta una vita e che noi siamo andati avanti con la nostra- Dissi, sorridendole dolcemente

-Vi voglio così bene, tesori miei- Disse mamma Starla, abbracciandoci ancora più forte mentre entrambi, io e mio fratello, ridevamo

-Mi sa che è arrivata l'ora, fratello- Disse Dylan sorridendo per poi dirigersi verso l'ampio giardino degli Efron, perfettamente addobbato grazie al buon gusto di mia madre e l'abilità di organizzare party di Alexis

Io guardai mia madre e sospirai, incredibilmente nervoso ma anche molto felice.

-Sei pronto, tesoro?

-Si, andiamo

Prima che potessimo uscire dalla stanza, mia madre mi fermò e mi mostrò un paio di gemelli da sposo molto belli, la guardai stranito.

-Mamma, io ho già i miei, non dovevi comprarmeli..

-Questi sono i gemelli che tuo padre indossò il giorno del nostro matrimonio e voleva che fossero un regalo per te e tuo fratello il giorno del vostro matrimonio- Disse mia madre commossa mentre me li metteva, la fermai un secondo e la guardai negli occhi.

-Mi manca davvero molto, era un grande uomo e mi dispiace di averlo capito troppo tardi- Dissi con le lacrime agli occhi

-Lui lo sapeva quanto gli volevi bene, tesoro- Disse mia madre sorridendomi per poi mettersi a braccetto con me e cominciare quella che sarebbe stata una grande giornata.

Appena giunsi al piano di sotto ed entrai nel giardino, a fianco di mia madre, rimasi stupefatto dalla bellezza di quel giardino che ricordavo bene per i mille giochi da bambino e per gli allenamenti di basket da liceale, non avrei mai potuto immaginare che potesse diventare un luogo meraviglioso in cui sarebbe avvenuto il mio matrimonio.

Dopo essere giunto all'altare adornato da bellissimi fiori, abbracciai mia madre che si andò a sedere in prima fila, a fianco di Dylan e della sua nuova fidanzata. Mi voltai e sorrisi al mio testimone nonchè mio migliore amico che ricambiò il sorriso.



Qualche minuto dopo, l'orchestra cominciò a suonare la marcia nuziale e fu allora che cominciai a sentire una stretta allo stomaco per il nervosismo ma anche tanta, troppa, felicità. La prima ad attraversare l'altare fu una delle due damigelle d'onore della sposa, Alexis, bellissima come poche volte l'avevo vista.



Poi fu il turno di Ashley, grande amica di Vanessa nonchè sua make up artist personale, che sfilò guardandomi sorridente, probabilmente molto felice per l'amica.



Così sospirai, adesso era arrivato il momento in cui l'avrei vista in bianco, finalmente dopo tanti desideri, ostacoli e speranze. Non vedevo più l'ora.

E poi eccola lì, più sorridente e bella che mai con a fianco due delle donne più importanti della sua vita: sua madre e sua sorella, che l'accompagnavano all'altare col sorriso stampato in faccia e gli occhi quasi colmi di lacrime per l'emozione. Non avevo mai visto una sposa più bella di lei.



-Sei bellissima- Le sussurrai sorridendo appena, finalmente, mi raggiunse e prese le mie mani che, come le sue, tremavano dall'emozione.

Fu una bellissima cerimonia, che diede una fine ad un capitolo della nostra vita per dare inizio ad uno nuovo. Tutto ciò grazie ad un si lo voglio che unì le nostre vite ed i nostri cuori per tutta la vita, finchè morte non ci separi.

-Può baciare la sposa- Disse, poi, il ministrante

Così, guardai Vanessa e ci scambiammo un sorriso a 32 denti, quello era il più bel sorriso che ci facemmo e che, forse, ci saremmo mai fatti nella nostra vita. Ci stringemmo le mani e ci scambiammo un bacio pieno di amore e felicità, così tutti cominciarono a far volare in aria petali di rose ed esultarono, assieme a noi, per la nostra felicità.

Al termine della cerimonia cominciò il rinfresco, così tutti si servirono per un iniziale aperitivo prima della cena vera e propria; così mia madre e Gina si avvicinarono a noi, approfittando di un momento di quiete.

-C'è qualcuno che vi vuole salutare- Disse sorridendo Gina mentre Vanessa prendeva in braccia il nostro piccolo dono dal cielo, arrivato da qualche mese, la nostra piccola Mia Davina Efron.



-Ciao tesoro mio- Disse Vanessa prendendola in braccio mentre io le accarezzavo la piccola testolina, quella piccola creatura e sua madre erano la cosa più preziosa che avessi.

-Non immagini quanto vi amo- Dissi dolcemente a Vanessa, accarezzandole i capelli mentre lei si voltò verso me e mi sorrise

-Anche noi ti amiamo, da impazzire- Disse per poi lasciarmi un dolce bacio sulle labbra

Quel momento venne interrotto da una Nathalie e un Corbin sorridente che si avvicinarono a noi con un calice di vino in mano.

-Vi abbiamo portato questo per brindare e festeggiare- Disse Nathalie sorridendo

-In effetti, dobbiamo festeggiare un bel po di cose che ancora non abbiamo avuto la possibilità di festeggiare- Disse Corbin ridendo leggermente

-Beh, cominciamo a brindare ai due nuovi sposi, che la vita vi possa sorridere sempre e che ogni giorno possa essere bello proprio come questo- Disse Nathalie sorridendo, e così brindammo

-Brindiamo anche alla piccola Mia, che ha illuminato le nostre vite- Disse mia madre sorridemmo, e così brindammo

-Brindiamo alla nuova galleria d'arte Efron&Bleu, la migliore di tutta la California, grazie sicuramente alla nostra meravigliosa affiliata Nathalie- Disse Corbin felice che Nathalie, sovvenzionandoci, ci abbia potuto dare la possibilità di realizzare il nostro sogno e così brindammo

-Brindiamo agli amici che anche se vecchi, saranno sempre nuovi- Disse Vanessa sorridendo, e così brindammo

-Brindiamo a New York, una grande casa meravigliosa che mi ha permesso di conoscere delle persone meravigliose e l'amore della mia vita- Dissi io, e così brindammo alla nostra New York

Quella giornata passò così velocemente ma fu così maledettamente bella che potrei ripeterla all'infinito, senza stancarmi mai. Al termine della festa, a tarda notte, lasciammo la piccola mia da mia madre e partimmo per la nostra luna di miele. Così, senza nemmeno cambiarci, misi le nostre valige sulla mia auto e partimmo per la nostra vacanza da marito e moglie.

-Signora Efron.. Sai, ancora non ci ho fatto l'abitudine- Disse Vanessa divertita

-Oh siamo solo all'inizio, tesoro, ti ci abituerai- Dissi ridendo leggermente

Vanessa mi guardò e sorrise

-Dai, accosta

-Cosa? L'albergo che ho prenotato ci sta aspettando, perchè dovrei fermarmi?- Chiesi divertito

-Beh perchè è maledettamente scontato passare la prima notte di nozze in una suite di un albergo, magari piena di cuori e champagne che già abbiamo bevuto a palate. Non sarebbe male, invece, trascorrerla nella nuova comoda e ampia auto che mio marito ha comprato per la famiglia- Disse Vanessa, maliziosa

-Noi non siamo scontati, vero?- Dissi guardandola sorridendo

-Oh, neanche un po- Disse scuotendo la testa, ridendo

Così sorrisi e mi fermai proprio nella costa di Saint Louis, una spiaggia deserta in cui passammo la nostra prima notte di nozze, nella macchina, per poi soffermarci, nudi con i nostri vestiti da cerimonia che ci coprivano appena, a guardare le stelle di un meraviglioso cielo californiano.

-Non vedo l'ora di passare tutta la mia vita con te, Signora Efron- Le sussurrai sorridendo

-Lo stesso vale per me, Signor Efron- Disse Vanessa, lasciandomi un dolce bacio sulle labbra per poi ripetere la nostra notte di nozze ancora e ancora e ancora, per tutta la notte.

Dopo essere tornati dalla nostra luna di miele, io e Vanessa andammo per l'ultima volta a New York a svuotare il nostro appartamento, per poi trasferirci definitivamente in California, a Saint Louis.

-Perfetto, questo è l'ultimo scatolo- Disse Vanessa posandolo dentro la nostra macchina per poi andare a chiamare sua madre per vedere come stava la nostra Mia

Io sospirai e diedi per l'ultima volta uno sguardo a quel semplice appartamento che, in realtà, racchiudeva tutta la mia vita o almeno gli anni migliori di questa.

-Tesoro, andiamo?- Chiese Vanessa dopo aver chiuso la chiamata con sua madre, io annuì e chiusi per l'ultima volta la porta di quell'appartamento che, per me, significava molto, molto di più.

-Grazie di tutto, mia cara e vecchia New York- Sussurrai sorridendo, guardandomi attorno per poi entrare in auto e metterci in viaggio per la nostra nuova vita, in California

-Ti mancherà?- Chiese Vanessa sorridendo

-New York è stata più di un semplice posto in cui vivere, è stata la mia casa, il luogo dove ho conosciuto i miei migliori amici, dove ho coronato il mio sogno, dove ho conosciuto te.. Già, è molto più di un semplice posto in cui vivere.

Dissi sorridendo, grato per tutto ciò che questa mi ha dato ma altrettanto felice di cominciare quella vita che ho sempre desiderato con le persone che più amo. E proprio nel momento in cui pensai di star vivendo la vita che volevo con le persone che amavo, una brezza di vento mi attraversò i capelli mentre ero appena arrivato nello Stato della California, quando Vanessa dormiva, così alzai lo sguardo verso il cielo e sorrisi.

-Grazie, papà.
 
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