CAPITOLO 16- DistanzeAbitavo a Parigi da ormai 6 mesi ed ero felice; il lavoro con Afremov andava a gonfie vele, eravamo a metà dell'opera e lui era entusiasta del mio lavoro, mi aveva promesso che mi avrebbe fatto diventare famoso e che avrei lavorato con ciò che più amavo fare, non vedevo l'ora; con Alexis le cose non andavano altrettanto bene, ci sentivamo poco e quando lo facevamo era sempre più distante, non so quanto ancora potrei resistere in questa situazione.
Quella sera dovevo lasciare tutti i brutti pensieri e dovevo godermela appieno, visto che io e Lenoid saremmo andati ad un evento culturale molto importante di Parigi, in cui avremmo sponsorizzato il nostro importante lavoro, atteso da molti. Appena arrivai sentì tutti gli occhi puntati addosso, in fondo ero nuovo del settore.
-Perchè tutti mi fissano?- Chiesi confuso a Lenoid, il quale rise leggermente
-Non ti fissano tutti, solo le donne- Disse, ed io non mi ero mai imbarazzato così tanto nella mia vita; così entrammo e cominciammo a conversare con amici e colleghi di Afremov, che mi presentò.
Lasciai Lenoid conversare e mi diressi al bar, avevo bisogno di un doppio whisky per allentare tutta la tensione che avevo in corpo.
-Un doppio whisky al signore, grazie
Sentì una voce femminile appena dietro di me, confuso mi voltai e rimasi sorpreso e allo stesso tempo scioccato nel vedere Vanessa, bellissima come sempre, appena dietro di me mentre il barista mi porse il cocktail che mi aveva ordinato.
-Ancora ricordi il mio cocktail preferito?- Chiesi guardandola divertito, mentre lei mi sorrise e si avvicinò a me
-Come potrei dimenticarlo?- Le sorrisi
-Cosa ci fai qui?- Le chiesi, lei mi guardò
-Il New York Times mi ha mandato qui per scrivere un pezzo sull'evento culturale di oggi, così eccomi qui- Disse sorridendomi
-Pensavo ti occupassi di cronaca rosa- Dissi, lei sorrise e scosse la testa
-Mi hanno promosso, adesso mi hanno affidato la testata di turismo e cultura- Disse felice, io le sorrisi e mi congratulai
-Sono molto felice per te, è un grande traguardo- Dissi
-E Alexis? Non è con te?- Chiese guardandosi attorno
-Oh no, lei è rimasta a New York.. Abbiamo rimandato il matrimonio a dopo la mostra- Dissi, abbassando leggermente lo sguardo, lei mi guardò incuriosita
-Mi daresti l'onore di intervistare uno degli emergenti e più discussi artisti di New York? Sarebbe davvero un onore per me e per l'intera New York, siamo tutti fieri di te- Disse, la guardai e sorrisi, le fui così grato per quello che aveva detto
Dopo aver dato la mia giacca a Vanessa visto il freddo, lasciammo l'evento e facemmo una passeggiata per le vie di Parigi, cominciammo a parlare di tutto quello che ci era successo in quei mesi, ed era come se il tempo non fu mai passato.
Erano le 4 del mattino e decisi di riaccompagnarla nell'albergo dove alloggiava, sino alla sua stanza
-Che ne dici se domani facciamo colazione insieme?- Chiesi, Vanessa mi sorrise
-Mi piacerebbe molto ma domani ho il volo per New York, tornerò a casa.. Magari appena ti ritrovi a New York e non hai nulla da fare, chiama una tua vecchia amica- Disse sorridendo
-Lo farò sicuramente- Dissi sorridendo
Ci stavamo dando la buona notte quando, stranamente mi suonò il cellulare, era mia madre, così decisi di rispondere.
-Mamma? Tutto bene?
Vanessa si spaventò non poco quando vide la mia faccia di cadavere chiudere la chiamata con mia madre, così la guardai
-Cosa è successo?- Chiese preoccupata
-Mio padre è morto- Dissi
Dopo molte ore di viaggio rimisi piede nella mia tanto amata New York, mi era dispiaciuto lasciare momentaneamente Afremov però lui stesso mi aveva detto di andare, era troppo importante. Uscì fuori dall'aeroporto per chiamare un taxi, quando una Porsche nera si fermò proprio davanti a me e abbassò il finestrino
-Vuoi un passaggio in California?- Chiese Vanessa, sorridendomi
La guardai e mi scappò un sorriso, ero così felice di vederla, così entrai in auto e partimmo per tornare nella nostra terra, a casa nostra. Durante buona parte del viaggio, rimasi in silenzio, non sapevo proprio che dire.
-Mi dispiace molto per la tua perdita, Zac
-Avevamo recuperato il rapporto, lui aveva chiesto scusa per i suoi errori ed io prima che potesse andare via non gli ho mai detto che lo avevo perdonato e che gli volevo bene- Dissi
-Sono sicura che lui lo sapeva, Zac- Disse Vanessa sorridendo mentre guidava
Sorrisi e continuò il viaggio, sino a quando arrivammo a Saint Louis e Vanessa mi lasciò proprio davanti casa mia così la guardai
-Mi piacerebbe averti accanto in questa occasione- Dissi
Vanessa mi guardò e sospirò, così dopo aver parcheggiato l'auto, entrò in casa con me dove vi erano tutti i parenti che piangevano disperati per la perdita del Capo. Appena mia madre mi vide, corse ad abbracciarmi ed io la strinsi più forte che potevo.
-Mamma, cosa è successo?- Chiesi, guardandola in lacrime
-Gli è venuto un infarto a lavoro, non c'è stato nulla da fare- Disse mentre le lacrime scesero sul volto, sospirai e lasciai Vanessa a consolare mia madre mentre mi avvicinai a Dylan
-Ehi Campione- Dissi, lui mi guardò e mi abbracciò
-Non gli ho dato nemmeno la felicità di vedermi laureato, l'ho deluso- Disse mentre cercava di trattenere le lacrime, io la guardai e mi venne da ridere
-Dyl, molte persone lo hanno deluso ma tra queste non ci sei sicuramente tu- Dissi, lui mi sorrise leggermente e mi diede una pacca sulla spalla.
Dopo poco vidi Alexis e Corbin entrare dall'ingresso di casa mia, era da un bel po di mesi che non la vedevo e mi sembrò enormemente cambiata rispetto quando ero partito.
Appena mi vide, corse subito ad abbracciarmi ed io la strinsi forte, mi era mancata così tanto, mi era mancato tutto di lei.
-Mi dispiace così tanto, Zac- Mi sussurrò, la guardai, quella frase mi sembrò così strana detta da lei, in quel modo
-Grazie- Dissi guardandola però la mia attenzione venne distratta da Corbin che mi abbracciò, dandomi una pacca sulla spalla
-Mi dispiace, amico, per qualsiasi cosa sai che puoi contare su di me- Disse, io lo guardai e gli sorrisi, era sempre il mio migliore amico
Dopo poco la casa si riempì sempre di più, così noi ragazzi andammo in cucina per mettere qualcosa sotto i denti, visto che nessuno di noi aveva toccato cibo. Alexis sembrava stizzita dalla presenza di Vanessa mentre io ne ero semplicemente felice.
-Come mai qui, Vanessa?- Chiese Alexis, Vanessa la guardò con la paura che potesse dire qualcosa di sbagliato così intervenni io
-Mi ha dato un passaggio sino a qui e l'ho invitata a rimanere
-Certo, perchè questo è un party mica un funerale- Disse Alexis prendendosi gioco di me, la guardai così male, come non avevo mai fatto in 9 anni
-Stai parlando di mio padre, attenta a come parli- Dissi con freddezza, Alexis mi guardò e Corbin le diede un piccolo schiaffo sul braccio, come per dirle di smetterla, quella situazione mi sembrava particolarmente strana
-E' meglio che vada- Disse Vanessa alzandosi e prendendo la sua borsa- Sarò al funerale, te lo prometto- Disse sorridendomi leggermente per poi andare via.
Guardai Alexis e uscì dalla cucina, non volevo vederla in quel momento.
La sera tutti se ne andarono e la casa rimase maledettamente vuota; mia madre si rinchiuse nella dependance e Dylan andò a fare un giro con Corbin mentre io mi sedetti proprio accanto alla bara e lo guardai, ancora lì, in casa Efron, però senza vita. Inevitabilmente, cominciarono a scendere le lacrime sul viso
-Non te l'ho mai detto ma quando ero piccolo desideravo tanto essere come te, forse se te lo avessi detto le cose sarebbero state diverse, non ti avrei deluso del tutto ma solo in parte. Tu hai chiesto perdono ma io non l'ho mai fatto, anche io dovevo chiederti scusa per non aver mai cercato di capirti e per non averti mai detto quanto ti volessi bene, perdonami papà- Dissi piangendo
Quel momento fu interrotto da Alexis, che entrò in salotto e si sedette proprio accanto a me, prendendomi per la mano
-Sono sicura che lui lo sapeva- Disse Alexis dolcemente, la guardai bene
-Sei cambiata- Dissi, Alexis abbassò lo sguardo
-Hai ragione e ti chiedo scusa per non essere stata presene in questi mesi ma è stato così difficile per me stare senza te e...
-Adesso sono qui, Alexis, ma ti sento sempre così distante- Dissi, distaccato, lei mi guardò
-Zac, tu sei il mio migliore amico ed io non posso non dirti che..- Alexis venne interrotta dall'entrata in casa di Dylan e Corbin
-Che facevate?- Chiese Dylan, Alexis scosse la testa
-Nulla, io vado a letto- Disse mentre la guardai
-Non rimani?- Chiesi ma scosse la testa
-Ho bisogno di riposare, ci vediamo domani- Disse lasciandomi un bacio sulla guancia e salendo di sopra, avrebbe dormito nella mia vecchia stanza mentre io sarei rimasto con mio padre per tutta la notte assieme Dylan e Corbin.
Il giorno dopo erano tutti presenti alla commemorazione di mio padre, proprio tutti, anche Vanessa; il ministrante fece una dedica molto toccante e poi, alla fine, prima di sotterrare la bara la riempirono di bellissimi fiori mentre io e Dylan stringevamo forte mia madre che non la finiva di piangere.
Al termine del funerale tutti tornammo a casa ed io cominciai a discutere al telefono con i collaboratori di mio padre per organizzare l'Azienda di famiglia, visto che io ero il figlio maggiore. Corbin mi guardava mentre discutevo al telefono, una volta chiuso lo guardai.
-Quindi non andrai a Parigi?- Chiese
-No, fino al momento in cui l'Azienda di mio padre è sistemata- Dissi
-Stai pensando a prendere il posto di tuo padre?- Lo guardai
-Certo che no, perchè? Non potresti sopportare la mia totale mancanza? Parigi è pur sempre una cosa momentanea mentre questo sarebbe definitivo- Dissi divertito, Corbin rise nervoso
-E' che in questi mesi che sei mancato sono successe tante cose e non sapevo davvero come dirti certe cose...- Disse Corbin guardandomi
-Cosa è successo? Hai dato fuoco a casa tua?- Dissi prendendolo in giro, Corbin scosse la testa
-Mi hanno promosso, ho preso il posto di Nathalie all'Azienda- Disse felice-E mi sono innamorato- Concluse guardandomi, io gli sorrisi felice
-Che grandi notizie! Potevi dirmelo! E chi è lei? Magari in questi giorni me la fai conoscere- Dissi sorridendogli, Corbin sospirò
-E' Alexis. Zac, mi sono innamorato di Alexis. E lei di me- Disse, lo guardai e quasi mi mancò il fiato, non poteva essere vero
-Alexis? La mia Alexis?- Chiesi
-E' stata così male per la tua mancanza, siamo stati di più insieme, la portavo fuori per consolarla e... E' successo- Disse, guardandomi mortificato
Rimasi impassibile in cucina, in quel momento entrarono Dylan, mia madre e Alexis, li guardai e poi mi voltai nuovamente verso Corbin per sganciargli un pugno dritto in faccia, facendolo finire a terra mentre tutti rimasero spiazzati.
-Te la sei portata a letto?- Dissi arrabbiato, Corbin però non rispondevo- Oh Signore, ti sei portato a letto la donna che è la mia futura moglie! O almeno, era- Dissi guardando con le lacrime agli occhi Alexis e uscendo dalla cucina arrabbiato, triste, amareggiato.
Edited by Miss Hudgens - 3/11/2016, 14:46